
Trovo un piccolo libro di Sylvain Tesson dedicato agli aforismi, quei brevi concentrati di storie, definiti così dallo "Zanichelli": "L'aforisma è una massima che esprime una norma di vita o una sentenza filosofica in forma icastica, lapidaria, talora anche paradossale". Così nel libro (nella serie "Équator Parallèles") si trovano delle piccole perle genere: "L'obstetrique, une société de sauvetage en mère" oppure "Les volets sont les paupières des fenêtres". O ancora: "J'ai beau tuer le temps, il ressuscite toujours" e, ultima frasetta, "Les véritables solitaires ne supportent pas les miroirs". A provarci non riesco a prendermi troppo sul serio. Applicate alla nostra realtà mi vengono così e me ne scuso per tempo: "Reina: datemi un torero", "Coppa dell'amicizia evita tappabuchi", "Salasso: lo ha dissanguato il romano", "Pan ner: il blues del pane", "Il Cervino al mare sarebbe uno scoglio", "Bamba: turista milanese su di giri", "Monte Rosa: per ora non è un'icona gay", "Guida alpina, la scuola guida sui monti". Potrebbe poi esserci un filone gastronomico che tende a edulcorare la realtà: "Burro: l'olio del latte", "Boudin, lo snack del vampiro", "Saucisse: maiale spinto nel budello", "Teteun: niente paura aveva una quinta", "Jambon de Bosses: l'unico di cammello", "Trota: pesce sceso sino in Padania". Vabbè abbiate pazienza per certe cretinate, trattasi di innocuo divertissement e si sa quanto ce ne sia bisogno in un periodo in cui: "La crisi: o la Borsa o la vita", "Berlusconi: peggio il tycoon del buso"; "Bevi uno spread contro il logorio della vita moderna", "Alleanza UV - PdL: quando un matrimonio è un funerale"...