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19 gen 2013

La cucina tracima in televisione

di Luciano Caveri

Confesso le mie colpe: guardo "MasterChef" su "Sky". Capisco la futilità della scelta di seguire questo "talent show" fra aspiranti chef, vittime di prove di cucina e di angherie varie di tre famosi cuochi Bruno Barbieri, Carlo Cracco e Joe Bastianich. Sono loro i giudici assoluti e arroganti, che sovrintendono un sistema a eliminazione piuttosto sadico e per questo avvincente, che andò in onda per la prima volta sulla "Bbc" nel 1990 e che ha avuto da allora versioni nazionali in molti Paesi del mondo. Forse la chiave del successo è che, fra pentole e piatti da ristorante stellato, si susseguono emozioni e colpi di scena che animano la trasmissione e spingono a seguire l'intera serie sino al vincitore finale. Questo filone televisivo di cuochi, ricette e manicaretti sta diventando inesauribile e la circostanza un po' stupisce in una società dalla "pancia piena", specie perché ogni rete s'inventa i programmi più fantasiosi con ingredienti piuttosto analoghi. Ci sono cuochi, ci sono concorrenti, si incrociano sfide o semplicemente si presentano piatti e l'inflazione della scelta che talvolta cade nel ridicolo, quando vedi spadellare pure nella programmazione del primo mattino. Non hai ancora bevuto il caffè e sullo schermo ti propongono le cozze gratinate. Ma quel che colpisce è: perché? Siamo, come detto una società opulenta che nel cibo spende e spande e ormai la cucina si insinua in tutte le trasmissioni in "palinsesto", una parola colta, che indicava le successive riscrittura sulla stessa pergamena, che gli addetti ai lavori in televisione usano per indicare la "griglia" dei programmi con giorni e ora della loro messa in onda. Io penso che questo boom del culinario, nelle sue diverse possibilità espressive, mostra due aspetti: il primo è che il cibo catodico distrae dal resto e dunque rassicura e fa ascolto, il secondo è la scarsa fantasia degli autori televisivi che finiscono per scopiazzarsi l'un l'altro e sfruttare ogni filone che sembra avere il gradimento del pubblico. Non oso pensare quando l'evoluzione tecnologica riprodurrà pure gli odori e i profumi anche attraverso la televisione...