L'Ansa del 2 maggio dello scorso anno scriveva in un suo "lancio": "Nello stabilimento dell'ex Tecdis di Châtillon potrebbe sorgere un nuovo polo tecnologico con un incubatore di imprese promosso da una società privata. Il consiglio di amministrazione della società regionale Valle d'Aoste structure, proprietaria dell'area industriale, ha già approvato la proposta progettuale presentata da una neo costituita società che intende realizzare ''un centro di ricerca e un incubatore di imprese'', ha spiegato oggi in Consiglio regionale l'assessore alle attività produttive Ennio Pastoret, rispondendo a una interrogazione del gruppo Alpe". Della questione mi sono occupato nel Consiglio Valle di pochi giorni fa, scoprendo tra l'altro che la società citata, "Valle d'Aosta Technology srl", si sarebbe manifestata circa un anno fa e la Giunta regionale, con delibera dell'11 gennaio scorso, ha deliberato l'incarico a "Finaosta", la finanziaria regionale ed a "Valle d'Aosta Structure", partecipata proprietaria dell'area, di prendere contatti con "Valle d'Aosta Technology" per l'insediamento, nell'area ex "Tecdis" di Châtillon, "di un nuovo progetto imprenditoriale per favorire la nascita di nuove imprese ad alta specializzazione settoriale". Al povero sottoscritto è bastata una banale ricerca e qualche telefonata per vedere che chi propone questa idea è già stato implicato in un flop nel comune di Dronero in Provincia di Cuneo (scrivete su "Google" "TecnoGranda" e troverete da leggere). Per cui ho osservato in Consiglio: «come è possibile dare fiducia a persone che altrove, nello stesso identico settore, hanno dimostrato di non essere per niente all'altezza delle aspettative? Gli uffici preposti, prima di deliberare, hanno svolto le elementari ricerche sui soci proponenti del riutilizzo dell'area ex "Tecdis" per evitare rischi gravissimi per un'area strategica per la reindustrializzazione della Valle? Non sarà mica una manovra elettoralistica che serve a coprire le scarse iniziative assunte in questa area industriale, importante anche per un rilancio occupazionale fondamentale in questo momento di crisi?». E ancora: «Non vi è niente di peggio di accendere una "fabbrica dei sogni" per un utilizzo tardivo dell'area ex "Tecdis". Mi stupisco che il Governo regionale, dopo un anno di trattativa, sia giunto alla formulazione di una deliberazione senza rendersi conto di cosa sia capitato a Dronero, dove l'operazione è stata del tutto simile. Come è possibile che questi interlocutori, forse non affidabili, si siano affacciati in quest'area industriale valdostana?». Eviterò, perché inutile, di riperdere nomi, cognomi e circostanze. Questa operazione, difesa dall'assessore competente Ennio Pastoret («ad oggi la società ha comunque dimostrato nei fatti di comportarsi in modo serio, rispettando tutti gli impegni assunti»), mostra leggerezza e superficialità per non pensare a cose peggiori. Io so per certo che qualche campanello d'allarme era stato fatto suonare prima della recente delibera, ma si è deciso di tirare dritto e «avanti tutta!». Altro che reindustrializzazione delle aree dismesse: uno studio di "Ambrosetti" indicava linee d'azione e proposte su come muoversi. Tutto rimasto nel cassetto.