Capita di conoscere delle persone e di scoprire, in un lampo, un'affinità culturale. Mi è capitato ieri ad Annecy, capoluogo dell'Alta Savoia, dov'ero per questioni concernenti un'ipotesi di collaborazione televisiva transfrontaliera. In uno studio televisivo, allestito per una trasmissione di cucina nel suo attuale ristorante sul lago di Annecy dove pioggia e sole si alternavano, ho conosciuto uno dei più grandi cuochi francesi. "Wikipedia" così lo descrive: "Marc Veyrat naît le 8 mai 1950 à Annecy en Haute-Savoie. Il est issu d'une famille de paysans traditionnels savoyards. Il passe sa jeunesse à Manigod, au cœur du massif des Aravis, dans une ferme traditionnelle savoyarde entre La Clusaz et le col des Aravis, où ses parents créent des chambres et table d'hôtes à la ferme, et où il développe son goût pour la gastronomie". Altri siti descrivono la sua storia di cuoco stellato di grande successo, partendo dalla gavetta e dai prodotti, in particolare le erbe, delle sue montagne. Sempre "Wikipedia": "En 1985, il ouvre l'Eridan, un restaurant traditionnel dans une villa qu'il rénove à Annecy. Il se fait une notoriété dans le milieu gastronomique et obtient rapidement sa première étoile du "Guide Michelin", en 1986, puis sa seconde étoile en 1987. En 1989 et 1990, Marc est élu «meilleur cuisinier de l’année» avec la note exceptionnelle de 19,5/20 au Gault-Millau". Sono successi crescenti e locali di grande nomea sino alla terza "stella Michelin" ed al titolo di "Chef de l'année" nel 1995 e poi l'apertura di un locale nel 1999, "La Ferme de mon Père", a Megève. Negli anni successivi le valutazioni delle guide gastronomiche arrivano all'apoteosi in un turbinio di attività. Nel 2009 lo choc, che ieri mi ha raccontato, e che così descrisse a "Le Monde": «Je suis obligé d'arrêter, après un grave accident de ski il y a trois ans», explique le chef sur "France Info". Il se dit "handicapé" et va partir en maison de rééducation pour se faire traiter «une bonne fois pour toutes». Selon un article du "Figaro Madame", Marc Veyrat aurait passé plus d'un an en fauteuil roulant après s'être brisé tous les membres et les cervicales lors de cet accident, le 8 janvier 2006 à Megève. Se déplaçant, aujourd'hui encore, à l'aide de béquilles, il ne serait toujours pas complètement rétabli. «J'ai donné toute ma vie à mes clients, je vais me reposer. J'ai été un enfant pas gâté par la vie. J'ai eu tous les honneurs mais je n'ai jamais été riche. C'est ma vie qui l'a été» déclare-t-il". Da allora molte cose sono cambiate e Veyrat, di nuovo in piedi, è tornato ad occuparsi di mille cose, ma con un ritmo di vita diverso e con la saggezza di chi ha conosciuto la malattia. Quel che mi è piaciuto, nel suo racconto, è l'idea di voler usare sempre più prodotti sani contro i troppi prodotti - specie della grande industria alimentare - che ci fanno male e a favore di una cucina del territorio che dalle sue montagne vuole allargarsi alle altre cucine alpine, ricche di parallelismi e di incroci. Una bella storia, esemplare di una vita in salita e discesa, pure discutibile in certi tratti, ma caratterizzata da quel motore inesauribile che resta la passione. Chapeau! (che porta sempre in testa).