Nel pieno della tempesta politica dell'elezione del Presidente della Repubblica, vien voglia di parlare d'altro e magari di profittare delle alte vette che ci circondano, che hanno ancora una livrea invernale e questa circostanza rende a pieno la forza della nostra altimetria montana, con una natura che fiorisce nel fondovalle, mentre le cime sono innevate. Confesso che seguo da anni, con gran curiosità, le prodezze dei fratelli Simone (otto Coppe del mondo!) ed Ivan Origone, che hanno fatto dello sci di velocità la loro vita. Li ricordo da bambini, quando Ayas era e me una meta consueta e conoscevo la mamma e il papà, Miki, allenatore di sci per una vita dello "Sci club Val d'Ayas" ed albergatore in quella bella struttura di famiglia nel bosco che si chiama l'"Anna Maria". Chi ha sciato nella sua vita non può che seguire le prodezze dei fratelli di Champoluc con stupore. Certe velocità fanno venire i brividi e non so bene quali sensazioni si possano provare, se non quella di essere come dei proiettili sparati in mezzo alla natura. Bisogna avere di certo i nervi saldi e un gran fisico perché il rischio c'è se si viaggia con gli ai piedi come una Formula 1. Poi, quando mi e capitato di incontrarli da grandi, riporti i due ragazzi a quando erano piccolissimi e misuri il tempo che passa, visto che sono eredi di una storia interessante, quella che un tempo si riassumeva nell'acronimo "KL - Kilometro Lanciato", di cui ho ricordi di recente rinfrescati con vecchi immagini d'epoca. Così trovo riassunta la specialità, rubando una breve descrizione da Internet: "una specialità sciistica nata in Austria negli anni '30 che consiste nello scendere da un pendio di forte inclinazione nel minor tempo possibile. L'italiano Leo Gasperl nel 1931 a Saint Moritz raggiunge i 136 chilometri orari, velocità incredibile tenendo conto dei materiali e della attrezzature di quei tempi. Solo dopo la seconda guerra mondiale si riprende a gareggiare in questo tipo di specialità e nel 1947 Zeno Colò a Cervinia porta il record mondiale a 159 chilometri orari. Gli anni 60/70 sono gli anni del "KL" di Cervinia e il record passa ai 163 chilometri orari nel 1963 con Luigi di Marco per poi via via salire ai 195 chilometri orari dell'americano Steve Mc Kinney nel 1977. Per cinque anni non vi sono più gare di questo genere, ma nel 1982 si riprende a Les Arc in Francia (vince Steve Mc Kinney con 201 chilometri orari) e da allora le competizioni riprendono con ritmi più regolari fino ad arrivare ai giorni nostri". Grande Leo Gasperl, che divenne poi un valdostano d'adozione nella nostra Breui-Cervinia. Lo ricordò anni fa il mio amico Franco Brevini in un articolo sul "Corriere della Sera", quando morì nel 1997: "Il Leo, come lo chiamavano tutti, era nato a Mitterndorf, in Austria, il 24 maggio 1912. I primi sci se li era fabbricati da solo. Esordì prestissimo nell'arena bianca, imponendosi come uno dei precursori delle virate a sci paralleli, che da lui sarebbero state dette "curve Gasperl". Era venuto in Italia per allenare la squadra di sci in vista delle Olimpiadi del 1935. Abitò a Cervinia dal 1937 e proprio nella stazione valdostana sarebbe stata stipulata la più temeraria delle scommesse fra Gasperl e Zeno Colò. Sotto il Piccolo Cervino venne individuato un ripidissimo scivolo ghiacciato lungo il quale i due atleti si lanciarono nel 1947 per migliorare il record di Gasperl. Vinse Colò a 159,242 chilometri orari, ma il vecchio Leo fu sconfitto per soli tre centesimi di secondo". Oggi - in una continuità con quel passato leggendario - i due Origone sono certezze della specialità e cacciatori di record e invidio questa loro passione, fatta di coraggio e spavalderia nel solco della storia dello sci.