Confesso che non torno in genere sui luoghi delle cose di cui mi sono occupato in passato. Trovo che nella vita si debba sempre guardare avanti e quando si incomincia a guardare indietro si è fermi nella propria progressione e si entra nella sfera dei soli ricordi. Così per il "Trofeo Mezzalama", che pure a dir la verità ho frequentato qualche volta anche dopo aver lasciato nel 2003 la Presidenza della Fondazione assunta nel 1997. Ho avuto il privilegio di seguire quattro edizioni della parte più contemporanea della manifestazione sportiva. Gara che è partita questa mattina, ma lo dico mentre poltrisco nel letto. Mi ha scritto Luca Bieler: «Alle 5 ha preso il via la "maratona bianca"! Per ora non c'è una nuvola, incrociamo le dita». Gli organizzatori hanno approfittato di una finestra di tempo buono su di un percorso molto innevato, ultima occasione per disputare il "Mezzalama" di quest'anno. Il sito della Fondazione ricorda così i fondamentali: "Dal 1933 al 1938 si disputarono le prime sei edizioni consecutive che collaudarono il tracciato arditamente alpinistico per l'epoca. Allora si partiva dal Colle del Teodulo (metri 3.300) per raggiungere il traguardo all'Alpe Gabiet (metri 2.400), passando attraverso la vetta del Castore e il Passo del Naso. Dopo l'iniziale successo di guide di Valtournenche e di minatori di La Thuile, dal 1935 la gara fu regolarmente dominata dalle squadre della "Scuola Militare Alpina" di Aosta. Dotati di leggeri sci da fondo e scientificamente allenati, gli alpini vincitori del "Mezzalama" strapparono la medaglia d'oro ai favoriti scandinavi nell'analoga gara di pattuglia alle Olimpiadi di Garmisch del 1936. Dalla vigilia della seconda guerra mondiale la gara scompare. Dopo un trentennio di interruzione il leggendario, indimenticabile "Mezzalama" rinasce per iniziativa del gressonaro Romano Cugnetto. Dal 1971 al 1978 si disputano quattro edizioni, in cui si ricalca lo stesso percorso anni Trenta. Vincono sempre le squadre militari, alpini e forestali. L'edizione del 1975 vale come primo Campionato del mondo di scialpinismo. Nel 1981 il maltempo manda a monte ogni tentativo di far partire una nuova edizione, finché gli organizzatori sono costretti ad arrendersi. Con la diffusione sportiva dello scialpinismo, è risorto anche il "Mezzalama" grazie ad una Fondazione sostenuta dalla Regione Autonoma Valle d'Aosta che organizza la gara ogni due anni. A dispetto dei capricci meteo e dei grossi oneri organizzativi, grazie all'imponente staff di guide, maestri di sci, militari e volontari diretti dalla guida di Champoluc Adriano Favre, la gara moderna si è regolarmente disputata dal 1997 negli anni dispari per sei edizioni. Del "Mezzalama" storico rimangono le squadre di tre elementi in cordata, ma il percorso si è molto allungato in testa e in coda: la partenza è posta al fondo delle piste di Cervinia (metri 2.020) e il traguardo a Gressoney-la Trinité (metri 1.637). Dal 2001 il regolamento ha vietato gli sci da fondo, prediletti dalle squadre militari, imponendo a tutti gli sci larghi adottati nelle gare internazionali di scialpinismo". Io ricordo bene, perché ero già giornalista, l'edizione "saltata" del 1981 e poi quelle di cui ho avuto diretta responsabilità. Questa competizione ho avuto dunque il privilegio di viverla in prima fila e da dietro la quinte. Un'esperienza umanamente arricchente, pur in mezzo a tanti problemi e polemiche da dipanare, ma ho potuto godere a pieno di posti meravigliosi, in quello scenario unico che va dal Cervino attraverso le montagne del Rosa, che sento davvero come le mie montagne d'elezione. In un periodo in cui molto si discute sulla promozione della nostra montagna, trovo che le immagini del "Mezzalama" siano irripetibili e facilmente riassumibili in un bel reportage mozzafiato. Molto più di tante novità, garantisce una competizione rapida e emozionante, che mischia tradizione e modernità.