Ero convinto che il celebre slogan «una risata vi seppellirà» fosse un prodotto originale del Sessantotto francese. Invece, pare che l'espressione beffarda la si debba addebitare addirittura a Michail Bakunin, anarchico e rivoluzionario russo, che attraversò poi nella sua vita, in buona parte dell'Ottocento, mezza Europa. In fondo, in un mondo intriso da sempre di violenza, contro i rischi di eccessiva demonizzazione dell'avversario politico, ci sta tutta l'idea salutare di sdrammatizzare. E' una regola che evita che le circostanze avvelenino troppo la propria vita e finiscano per imbibire ogni nostro atto con quei due sentimenti detestabili, specie a dosi troppo elevate, che sono l'odio e il risentimento. Ieri, saggiamente, una persona - rispetto alla situazione politica valdostana - mi invitava al mantenimento dei nervi saldi e alla necessità di non spaccare troppo la comunità valdostana. Sarà pur vero che sono meno coinvolto, per i passi indietro che ho fatto dalla politica elettiva, ma su questa visione più serena - senza indulgere con la retorica dei buoni sentimenti - ci posso stare. Stemperare gli animi è un buon esercizio. In questo senso, meglio una risata in più che farsi un fegato marcio. Tuttavia, bisogna anche intendersi: di certo la politica è fatta da personalità che possono, nel loro agire, dar vita a complessi giochi di alleanze e rotture, di simpatie e antipatie, di punti di vista coincidenti e opposti. Questo è normale che avvenga. Ma penso che esista sempre un "punto di non ritorno", quando si oltrepassa il limite di sopportazione ed è un bene che si rompano equilibri di facciata. E' un bene che certe questioni emergano con chiarezza, evitando tatticismi, che spesso giovano a un pernicioso status quo. Certo ci si può anche provare con un sorriso. Anni fa, uscì un filmetto simpatico dal titolo: "Tesoro, mi si sono ristretti i ragazzi". Pellicola che descriveva come uno scienziato un po' pazzo rimpicciolisse per sbaglio figli e loro amici nel giardino di casa. Ebbene il titolo potrebbe diventare "Tesoro, mi si è ristretta l'autonomia", quando scelte politiche e amministrative, comportamenti personali e metodi adottati risultino nocivi per il futuro stesso della Valle d'Aosta. Questo diventa il punto, quando c'è - in una crisi che ormai è un effetto domino che non si riesce a nascondere - la preoccupazione che proprio tutto vada a catafascio, nel caso in cui non si contrapponga un modo di fare e di essere diverso. Tornare ad una reale condivisione è un operazione complessa, ma necessaria. Si può voltar pagina sorridendo e evitando di demonizzare/santificare qualcuno. L'umorista francese Pierre Dac diceva, seriamente: «Le rire désarme, ne l'oublions pas».