Taratatà! Mi faccio da solo un rullo di tamburi per ricordare una data importante: il 23 settembre del 1993, vent'anni fa come oggi, quando venne pubblicata in Gazzetta Ufficiale la legge costituzionale numero 2. Lo faccio nell'indifferenza generale, perché le date celebrative seguono gli umori del tempo e io di questi tempi tutto mi aspetterei, ma non certo di essere... "celebrato". Ma quel che conta non sono io, ma l'esito di un lavoro parlamentare che rafforzò l'ordinamento valdostano. Vale a dire quell'insieme di norme giuridiche che vanno dai decreti luogotenenziali dal 1945 allo Statuto e via via, attraverso la legislazione ordinaria, sino ai più recenti decreti legislativi applicativi della nostra Costituzione regionale e delle nostre "particolari condizioni di autonomia". Si tratta di questioni non da Azzeccagarbugli, perché, senza un fondamento giuridico, l'autonomia speciale non sarebbe mai nata. Che suoni come un ammonimento quell'insistenza, negli anni fondativi, sulla completezza delle norme, cui ho sempre ispirato la mia azione, perché è inutile stare a Roma a far da tappezzeria in Parlamento. Nell'undicesima (XI) Legislatura, che è stata con i suoi 722 giorni la più breve nella storia della Repubblica, portai a casa - io ero al mio secondo mandato - un'importante riforma dello Statuto della Valle d'Aosta. Anzi, potrei dire di aver seguito, prima nel 1989 (competenza sul sistema elettorale) e poi nel 2001 (forma di governo e affini), tutte le più importanti riforme statutarie dal 1948 sino ad oggi. Lo considero motivo di orgoglio. Nel caso della riforma del 1993 riguarda tre questioni cardine. La prima: la competenza esclusiva sugli Enti locali inserita all'articolo 2 del nostro Statuto. Poteri vasti e solidi che ci hanno staccati da Roma in una materia cruciale per un sistema autonomistico a tutto tondo. Una norma statutaria che ha retto ai tentativi di intromissione della normativa dello Stato, anche grazie alla Corte Costituzionale, che ancora di recente ha confortato chi, come me, considera necessario difendere certi principi anche contro colore che, anche in Valle, hanno persino pensato che riforme centraliste si applicassero anche da noi. Strano ma vero. La seconda competenza riguarda un vulnus presente nello Statuto originario: la mancata tutela specifica della comunità walser. Oggi questa previsione risulta all'articolo 40 bis del testo statutario. Infine - terza modifica - con l'articolo 48 bis, prevede la "Commissione Paritetica Stato - Regione" per l'elaborazione di norme d'attuazione ad ampio spettro grazie ad un articolo scritto, secondo me, particolarmente bene. La norma ha funzionato a corrente alternata, ma di certo ha reso più dinamica l'autonomia. Insomma: mi aprirò una bottiglia delle grandi occasioni. À votre Santé!