Il giorno delle Forze Armate è sempre stata una festività discussa, che sopravvive in tono minore, benché ormai soppressa da decenni.
Ne approfitto per ricordare, anche in vista delle celebrazioni del centenario della Prima Guerra Mondiale, qualche pezzo della storia del "Battaglione Aosta", che ha inquadrato - nelle guerre mondiali - una buona parte dei militari valdostani. Anche se ce ne sono stati parecchi - pensiamo ai dipendenti "Cogne", che diventavano marinai - diversamente arruolati.
Su vecio.it c'è un lungo capitolo, assai dettagliato sul "Battaglione Aosta", da cui estrapolo qualche brano, citando ovviamente la fonte e felicitandomi per il lavoro e segnalando che, già nei prossimi giorni, troverete qualche approfondimento negli spazi televisivi di "RaiVd'A" (lunedì 11 e lunedì 18 novembre si parlerà del "Battaglione Aosta" sul Monte Pasubio con la regia di Gianfranco Ialongo).
Ecco l'inizio: "Nasce il 10 luglio 1887 per cambio di denominazione del btg "Val d'Aosta" (cp 41-42-43) ricevendo inoltre la 7ª cp dal btg "Val Tanaro". Inquadrato nel 4° reggimento alpini di Ivrea, nell'ottobre del 1908 cedette la 7ª cp al btg "Pallanza" e cambiò la nappina verde con quella rossa. Nel 1890 compie la prima ascensione militare al Monte Bianco impiegando "cerchi da neve e ferri da ghiaccio" (racchette e ramponi). Nel 1896 un plotone prese parte alla campagna in Eritrea inquadrato nel I° battaglione alpini d'Africa 3ª compagnia. I pochi alpini scampati al massacro di Adua furono rimpatriati.
Il 24 maggio 1915 entra in guerra al comando del magg. Carlo Dalmasso col seguente organico: comando,cp 41ª - 42ª - 43ª - ( 87ª – 103ª di Milizia Mobile), due sezioni mitragliatrici Maxim 1911, squadre portaferiti, esploratori, zappatori, cucinieri, salmerie. Inquadrato nella IIª Armata, IV° Corpo d'Armata, Gruppo Alpini A.
Il btg Val Baltea (cp 241ª - 242ª - (280ª assegnata alla fine del 1916)) è figlio dell'Aosta.
Il Battaglione Aosta opera durante la Grande Guerra sul Monte Nero, in Valtellina, in Alta Val Camonica, in Val Lagarina, sul Pasubio, sul Vodice e nella zona del Grappa prendendo parte alla battaglia finale di Vittorio Veneto".
Segue una dettagliata ricostruzione degli eventi bellici, di cui credo sia ben nota la drammaticità.
Riprendiamo da un certo punto: "Destinato alle operazioni sull'Isonzo, il 26 aprile 1917 per ferrovia raggiunge Cividale. In questo periodo il magg. Testa Fochi fu promosso ten.col. e destinato al comando del VI° Gruppo Alpini, il comando dell'Aosta passò al magg. Silvio Gabriolo. Il 17 maggio varcò l'Isonzo a Plava e si riunì a Zagomila. Il giorno successivo si preparò per la conquista del Vodice; conquistato l’obiettivo lo difese dai numerosi contrattacchi subendo pesanti perdite e meritando la Medaglia d'Argento al VM (commutata nel 1922 in Med. d'Oro). Il 21 maggio rientrò ai propri accantonamenti. Il 10 giugno rientrò in Val d'Agno presso Recoaro per riordino e l'otto luglio tornò sul Cosmagnon ove rimase sino alla fine dell'anno senza particolari avvenimenti.
Il 5 settembre 1917 Testa Fochi assieme ad altri 105 alpini fu travolto ed ucciso da una frana precipitata dai Roccioni della Lora al Pasubio.
Nel 1918 è nel 6° Gruppo Alpini (Levanna-Val Toce-Monte Cervino) con la 818ª cp mitragliatrici. Fino al mese d'ottobre fu un anno relativamente tranquillo per l'Aosta.
Il 23 ottobre 1918 fu riunito a Croce di Lebi sul Monte Grappa, il 24 e 25 cambiò due volte posizione sotto il fuoco continuo delle artiglierie nemiche. Il 25 difese la Selletta del Valderoa subendo gravissime perdite. Il 26 sul Monte Solarolo il S.Tenente Vincenzo Zerboglio col suo sacrificio meritò la Medaglia d'Oro al VM. Il giorno successivo i pochi superstiti del glorioso Aosta furono fatti ripiegare. In pochi giorni il battaglione perse 21 ufficiali e 649 alpini. Per questi sanguinosi sacrifici merita la Medaglia d'Oro al VM unico battaglione alpino nella Grande Guerra".
Vi sono poi le vicende dal primo dopoguerra alla Seconda Guerra Mondiale, dal secondo dopoguerra sino alle trasformazioni di oggi.
Ma certo il passato pesa: in un bel pezzo sul sui blog nel maggio del 2009 diceva, in un passaggio, il giornalista Gaetano Lo Presti: "Pur lontana dai campi di battaglia anche la Valle d'Aosta pagò un alto prezzo di sangue ricordato nel libro "Sarre e i suoi figli nella Grande Guerra" opera di Santo De Dorigo, Amerigo Pedrotti e Adriana Meynet. I primi, due esperti di Grande Guerra, a descrivere dettagliatamente le operazioni al fronte, la Meynet, sarrolein, a sottolineare il prezzo in vite umane dei valdostani, in gran parte inquadrati nel "massacratissimo" Battaglione Aosta. Su 8500 soldati partiti in guerra, scrive, 3600 furono ospedalizzati, 850 prigionieri e 1557 morti".
Una strage terribile.