Capita, nella mia trasmissione radio del martedì sulle frequenze di "RaiVd'A", di trattare argomenti - da me scelti in tandem con Elena Meynet - che sono sia seri (tipo "libertà" o "senso del dovere") che leggeri (tipo "ottimismo" o "entusiasmo").
Ora ho in caldo una triade più nel verso leggero: dopo "golosità", appena trattata, verranno "ironia" e poi "allegria".
Mi diverte farlo, come addendo ad un lavoro diverso ma pur sempre inventivo su programmazione radio e televisiva. E' sempre istruttivo essere obbligati a riflettere con Elena, in questo ciclo di programmi, sul mélange di ospiti e cercare di cucinare un prodotto appetibile e soprattutto digeribile. Da quando cominciai a fare questo mestiere - era l'autunno del 1978, ma già prima ero al microfono di una radio locale - ho sempre applicato una regola e mi sono fatto sin da subito una convinzione.
La regola è stata, quando mi trovai a fare il notiziario per "Radio Reporter 93" di Torino, quella dell'attenzione, che nel giornalismo e dintorni è fondamentale per evitare di fare le cose male. Si può sempre sbagliare o non sempre il prodotto magari è come lo sia sarebbe voluto, ma conta essere vigili e sfuggire alla tentazione della routine. Cercare la notizia o comunicare le informazioni è una specie di "fuoco sacro", che hai o non hai. Ma funziona solo se si accompagna - e questa è la convinzione - ad una disciplina che assicuri costanza.
Ricordo nei telegiornali di "Radio Tele Aosta", televisione valdostana pionieristica, quell'impegno di trovare sempre notizie fresche e originali, che poi portai dal 1980 nel mio lavoro alla "Rai", in un'epoca in cui o le notizie te le cercavi o non c'erano agenzie di stampa o siti informativi che te le dessero.
Chi vede da fuori certi lavori "intellettuali", che hanno un fascino pure artistico, non sempre si rende conto che i buoni esiti derivano da conoscenze miste ad impegno, come in altre attività. Ma quel che può esserci di diverso è che quel sembra apparentemente semplice non lo è affatto.
Anche quando ero politico a tempo pieno, ho sempre mantenuto appuntamenti sui giornali e sulle radio a cavallo fra comunicazione politica e giornalismo. Ricordo per lungo tempo la rubrica sulla "Vallée", quella sul "Peuple Valdôtain", incontri settimanali su "Top Italia Radio" ed altre cose di questo genere. Quelle esperienze mi hanno confermato come l'accuratezza derivi dal fatto di prendere sul serio questi impegni.
Il Sito su cui ora mi leggete ha rappresentato, specie oggi nel l'incrocio con "Twitter", che ha rilanciato la logica del blog ormai cambiata dai "social", una tappa ancora diversa. Con il tentativo di scrivere tutti i giorni e di aggiornare il "Calepin" sulla pagina una volta la settimana assieme a qualche tweet quotidiani sull'attualità la più varia. Ringrazio i molti che lo frequentano e i molti che mi danno testimonianza del loro interesse.
Quel che è bello, in certi lavori, è proprio quel lato artigianale, che ti consente di vedere come autore, pur nella diversità dei linguaggi di ciascun media, tutti i passaggi con cui un certo progetto diventa realtà.