La domanda alla vigilia è d'obbligo e capisco che ci siano appuntamenti cui è difficile sfuggire nella loro ripetitività. D'altra parte non si può neanche essere sempre originali nella pressante scelta della cadenza quotidiana. Per cui: che fare per e con San Valentino? La battuta di questi tempi nella piccola Valle d'Aosta è scontata e me la levo subito di torno: si aspetta per domani la sentenza della Corte d'Appello di Torino sui "costi della politica", specie per vedere se le assoluzioni del Tribunale di Aosta terranno o no in secondo grado. In gioco non c'è la fedina penale dei singoli politici e l'eventuale incidenza sulla giustizia contabile già pesantemente in azione, ma il riflesso per chi fra di loro è ancora in carica e per certe condanne inflitte rischierebbe la sospensione dal ruolo elettivo.
Ordinariamente la questione non sarebbe così incidente, ma questa volta lo è per gli equilibri politici incerti e in movimento che prefigurano novità. Va aggiunto che la sentenza avrebbe conseguenze politicamente immediate ma amministrativamente più dilatate, visti i passaggi burocratici previsti ed i ricorsi possibili che possono allungare ancora i tempi e pure le incertezze. Ma, poiché sulle vicende appena evocate gioca più di fatto l'Odio che l'Amore, opposti motori di vicende umane a diverso combustibile, torno volentieri a San Valentino. Il suo è uno strano destino e la versione più attuale non ha più nulla di religioso, ma di assai concreto e consumistico, come si evince dal mare di pubblicità più o meno mielosa in occasione della "Festa degli Innamorati", compresa una componente erotica che dimostra corsi e ricorsi storici. A dimostrazione di quanto dico, ecco cosa ricorda il sito dei Santi: "La festa del vescovo e martire Valentino si riallaccia agli antichi festeggiamenti di Greci, Italici e Romani che si tenevano il 15 febbraio in onore del dio Pane, Fauno e Luperco. Questi festeggiamenti erano legati alla purificazione dei campi e ai riti di fecondità. Divenuti troppo orridi e licenziosi, furono proibiti da Augusto e poi soppressi da Gelasio nel 494. La Chiesa cristianizzò quel rito pagano della fecondità anticipandolo al giorno 14 di febbraio attribuendo al martire ternano la capacità di proteggere i fidanzati e gli innamorati indirizzati al matrimonio e ad un'unione allietata dai figli". Cosa sia diventato oggi San Valentino chiarisce come la stessa cosa muti nel tempo con l'evoluzione di società, costumi e mentalità e non si butti mai nulla e certe radici siano dure a morire. Lo si vede con chiarezza dalle mail, finte personalizzate e talvolta risibili (tipo i "sex toys"...), che ci invitano a non sbagliare il regalo con chi abbiamo nel cuore (Mara, cercherò di azzeccare!). Ho letto - perché ereditate - delle lettere di famiglia, scritte fra un mio zio alla fidanzata che sarà poi sua moglie con relative risposte. Vien davvero nostalgia di queste vecchie lettere, in cui i sentimenti si esprimevano sospesi fra una lettera e l'altra dai tempi di scrittura e di trasmissione. Oggi siamo spicci con cuoricini, messaggini e altri "ini": tutto immediato e un po' artificioso, caro San Valentino. Allora se disegno dev'essere, mi sia consentito ricordare - anche perché frequentava Saint-Vincent degli d'oro - quel grande disegnatore francese, Raymond Peynet ed i suoi celebre fidanzatini, che vide davvero in carne ed ossa alla stazione di Valence nel 1942 ed in quei momenti terribili di guerra gli sembrò, rendendoli con i suoi tratti un'icona immortale, un messaggio di speranza.