Gli eventi possono essere crudeli, come dimostra una vicenda dolorosa, che colpisce una famiglia e tocca la politica in Valle d'Aosta in una fase molto delicata. E' morto d'improvviso, infatti, Orfeo Cout, consigliere del Gruppo del Partito Democratico, stroncato da un infarto, mentre lavorava in ossequio alla sua parte contadina nella sua vigna a Montjovet, nella prima mattina di ieri. Ciò è avvenuto - e la circostanza impressiona - a poche ore dalla surroga che, a causa della sospensione per la "legge Severino" di un eletto della sua lista, gli aveva consentito di entrare in Consiglio Valle. Poi il destino beffardo ha colpito e forse, senza avere la presunzione di voler dare una chiave di lettura a certi misteri della vita e della morte, quel che è capitato vale anche per ricordare come determinate drammatizzazioni dei fatti politici, compreso il calor bianco fra protagonisti, devono essere giustamente riportati a toni nel confronto meno virulenti e più rispettosi, fatte salve la legittima diversità di opinioni e la forza delle critiche reciproche.
Immagino di averlo incontrato Cout qualche volta, sia perché quasi coetanei di paesi vicini sia per il suo impegno nel sindacato metalmeccanici, così come per il suo lavoro nel sociale, anche come presidente dei "Monelli dell'Arte" con attività teatrali e non solo a favore di ragazzi disabili. Scelta del tutto coerente con il suo impegno civile e personale, avendo una figlia con "sindrome di Down". Amava anche la cultura locale, come scrittore e poeta in patois e in italiano, con attenzione al paese di cui era stato vice sindaco, Montjovet. Aveva anche scritto con passione del canto corale, espressione musicale del mondo alpino, essendo oltretutto membro del coro di Saint-Vincent. Ma dovessi dire che lo conoscessi davvero non racconterei la verità. Certo gli attestati di stima, post mortem, sono stati tali e tanti da dimostrare quanto fosse apprezzato e di questi tempi in cui si vive a targhe alterne il "Bellum omnium contra omnes" (la guerra di tutti contro tutti) il riconoscimento non è così banale. Ho ritrovato sul Web una sua breve dichiarazione in cui riaffermava le ragioni del suo impegno a politico e la fedeltà ai valori della Sinistra in cui aveva sempre militato, partendo proprio dall'esperienza di delegato sindacale. In occasione di un Congresso "Fiom" di qualche anno fa aveva detto: «La storia del sindacato è la storia del nostro Paese. Abbiamo un problema generazionale non indifferente, l'evoluzione economica e lavorativa del nostro Paese e dell'Europa ha fatto sì che i giovani siano sempre più precari, non trovino un lavoro fisso e quindi non riescono a capire l'importanza del sindacato e delle lotte che ha combattuto. Lotte importanti che negli anni hanno portato alla tutela dei diritti, alla scomparsa del lavoro minorile, alla mensa aziendale, alle otto ore e così via. L'articolo 39 della nostra Costituzione protegge e istituisce il sindacato, sono stati lungimiranti i nostri padri fondatori che hanno compreso l'importanza della difesa e della tutela del lavoratore ed oggi non possiamo permetterci di dimenticare tutto questo e di perderlo. Il modo di fare sindacato è cambiato e continuerà a cambiare, adattandosi alle necessità della società che protegge, proprio perché ha l'obbligo di essere parte integrante di quella società». Pochi mesi fa a "La Stampa" aveva raccontato dei ragazzi disabili, i già citati "Monelli dell'Arte", impegnati come ciceroni nelle visite guidate al Museo della vite e del vino, ospitato nelle cantine dell’asilo infantile di Donnas: «Siamo diciassette famiglie coinvolte ed abbiamo capito che, per dare un futuro ai nostri ragazzi, dobbiamo metterci la faccia e farci coinvolgere. La quotidianità non è facile, ma vogliamo viverla con dignità, senza piangerci addosso e questa attività ha dato dignità ai ragazzi: ricevere un compenso, un voucher per il lavoro che svolgono, li ha resi fieri. I ragazzi hanno risposto bene alle nostre sollecitazioni ed incontrare gente nuova non li ha messi in difficoltà, anzi. Con tranquillità e professionalità, con umiltà ed educazione hanno saputo affrontare tutte le situazioni, grazie anche al supporto dei genitori e dei visitatori». Parole che dimostrano la sensibilità umana di una persona, che oggi viene ricordata e rimpianta e che era legata in profondità ai luoghi e alle tradizioni della sua Valle.