Credo che questo Carlo Calenda, che seguo su "Twitter" per l'immediatezza della sua messaggistica, sia un politico sui generis da seguire con grande attenzione. Se non altro nell'Italia che sprofonda nel vizio democristiano dei mille volti è uno che parla senza peli sulla lingua. Lo ha fatto di recente, nelle sue vesti di ministro dello Sviluppo economico, per quell'azienda, la "Embraco" del gruppo Usa "Whirlpool", che ha confermato i cinquecento licenziamenti a Torino ed il "no" alla cassa integrazione proposta dal Governo, decisa ormai a delocalizzare lo stabilimento in Slovenia. Calenda ha spiegato i suoi dubbi alla commissaria europea alla Concorrenza Margrethe Vestager, segnalando come questo avverrebbe con l'uso dei fondi strutturali o con forme di aiuto di Stato.
Chiunque abbia un poco di pratica con le vicende comunitarie sa bene che questo avviene ormai da tempo nei Paesi dell'allargamento e anche in quelli in fase di pre-adesione e penso che Calenda, che queste cose conosce, abbia solo cercato un casus belli per invertire una tendenza ormai consolidata. Si cercano Paesi che offrano manodopera a prezzi più bassi, meno vincoli legislativi in materia di sicurezza, di ambiente e di tutela sociale e in più si usano quei fondi europei a favore del sostegno di quelle economie in ritardo, nel nome della coesione economica. Scriveva giorni fa il graffiante Luca Telese su "Panorama": «Il più grande talento di Calenda, in questo anno e mezzo di governo, è stata la capacità di trasformare la virtualità in realtà, il bastiancontrarismo in carisma, la potenzialità in atto: un potenziale leader («È il nostro Macron!» ha detto ammirato Fedele Confalonieri), un potenziale oppositore di Matteo Renzi (è l'unico ministro che ha avuto il coraggio di criticarlo), un potenziale primo ministro per le larghe intese «Potrebbe essere il premier» ha detto Silvio Berlusconi). Un nemico della Lega dopo la sparatoria di Macerata: "Salvini" ha attaccato "è incostituzionale". Il ministro dello Sviluppo economico è un uomo con un pedigree che pare disegnato da uno spin doctor: nonno prestigioso, lombardo e valdese; nonna napoletana e cattolica. Il padre economista, il padre del padre diplomatico di alto rango, quello della madre regista, la madre - Cristina Comencini - regista e scrittrice. Da bambino è protagonista di Cuore, nella versione tv diretta da nonno Luigi, nei panni di Enrico Bottini, io narrante del romanzo deamicisiano. "In un Paese in cui si scontrano l'Italia seria e l'Italia cialtrona" (questo il suo mantra nel discorso ai radicali), Calenda può diventare il portavoce di una classe dirigente che sogna il ritorno all'ordine, alle regole, persino alla pedagogia di una tradizione borghese». Più graffiante ancora Fulvio Abbate, quando scrive su "Linkiesta": «Ogni tanto qualcuno, commentando con amarezza l'assenza, qui da noi, di una vera classe dirigente non scaciata e magari dalle ottime letture e frequentazioni, cita il fortunato caso della Francia che vanta l'ENA, la scuola che forma gli impeccabili quadri superiori della pubblica amministrazione, dove Macron è solo l'ultimo spermatozoo d'oro d'Oltralpe guizzato fuori da lì. In verità, a guardare bene Calenda sembra quasi che egli sia uscito da un'ENA personale, dall'indirizzo misterioso, creata e messa in atto segretamente per lui, solo per lui, per i suoi riscontri presenti e futuri. Complimenti e auguri, dunque. Non è da tutti». Più neutra la descrizione di "biografieonline", ma con la dimostrazione di come sin dagli anni 2000 sappia surfare: «Tra il 2004 e il 2008 è assistente del presidente di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo e direttore dell'area strategica e affari internazionali. Con tale mansione conduce diverse delegazioni di imprenditori all'estero e promuove azioni di penetrazione economica in Israele, in Serbia, in Russia, in Brasile, in Algeria, negli Emirati Arabi Uniti, in Romania e in Cina. Dopo essere stato nominato direttore generale di Interporto Campano, Carlo Calenda assume la presidenza di Interporto Servizi Cargo. Nel frattempo si avvicina alla politica, divenendo il coordinatore di Italia Futura, associazione con a capo Montezemolo. Nel 2013 si candida nella lista di Scelta Civica alle elezioni politiche nella circoscrizione Lazio 1 della Camera, fallendo l'elezione. Tuttavia poco dopo viene scelto come vice ministro dello Sviluppo Economico nel governo guidato da Enrico Letta. Con il cambio del Presidente del Consiglio (Renzi prende il posto di Letta), Calenda mantiene tale incarico, assumendo la delega al commercio estero. Matteo Renzi, in particolare, gli affida la regia delle attività dell'Ice - Italtrade, l'Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane - oltre alla responsabilità per l'attrazione degli investimenti esteri. Carlo Calenda ha, tra l'altro, le deleghe per i rapporti multilaterali, le relazioni commerciali bilaterali, il supporto per i progetti di investimento all'estero, la politica commerciale europea, il credito e la finanza per l'esportazione, le attività relative al G20, la promozione del commercio estero, le attività relative all'OCSE e l'attrazione degli investimenti». Ora non è candidato alle elezioni e non sfugge la sua vicinanza agli europeisti di Emma Bonino. Una personalità da seguire con curiosità e con qualche aspettativa.