Bisognerebbe ogni tanto rovesciare le prospettive, rompere gli schemi e cercare strade nuove. Magari ciò può avvenire scavando nel sacco delle nostre esperienze di vita vissuta, che sono più preziose di molte altre cose. In fondo la vita è interessante proprio per questa accumulazione di sapienza. Esiste nella vita, in mezzo a molto altro, anche un aspetto giocoso, che penso vada valorizzato. Ogni attività ludica ("ludo" è una parola in disuso che mette assieme "gioco" e "scherzo") ha una gamma di varianti persino superiore allo spettro dei colori e delle loro sfumature ed è importante perché fa bene al corpo e alla mente. Ha scritto sul "LEF" Angela Maria Pelosi: «La grande importanza del momento ludico nella struttura dell'esistenza umana è testimoniata non solo dai maestri della moderna pedagogia, dai filosofi, dagli antropologi e dalla cultura in genere, ma anche dall'appassionato interesse di massa per il gioco e lo sport. Il gioco viene coltivato con sentimento e partecipazione proprio perché è un impulso vitale, con un suo intrinseco valore esistenziale e una sua autonoma dignità. Soprattutto la vita giocosa è il contrario esatto della vita burocratica, e ci aiuta a vivere "più umanamente" in un mondo disseminato di relazioni burocratiche».
Scrive Pamela Bravi sul sito "ilsanoquotidiano": «Molti dei nostri ricordi più belli di solito sono proprio legati a momenti di gioco, magari in cortile con i fratelli e le sorelle, con gli amici, con i compagni di scuola. Se la parte adulta più razionale di voi sente l'importanza del gioco ma non sa da che parte ricominciare a giocare, potreste per esempio: proporre proprio agli amici di un tempo oppure alla vostra famiglia di organizzazione una serata tutta dedicata al gioco da tavolo e di società, esprimere la vostra creatività in progetti artistici o di riciclo creativo; giocare in cortile con i vostri bambini oppure praticare uno sport di squadra, non è mai tardi per sentirsi giovani, per divertirsi e sorridere in compagnia, colorare degli albi illustrati, in commercio ne esistono di bellissimi, dedicarvi alla scrittura. Una famosa citazione di Friedrich Nietzsche dice che "Maturità dell'uomo significa avere ritrovato la serietà che si metteva nel gioco da bambini", allora chi ancora non si è convito dei benefici del gioco si senta autorizzato ad esagerare!». Ci pensavo in questi giorni in cui compartecipo a diverse riunioni politiche e penso che sarebbe interessante, specie di fronte ad impasse, giocare (mai d'azzardo...) a qualcosa che credo tutti ricordiamo: "dire-fare-baciare-lettera-testamento". Un modo di pagare il pegno è quello di sottostare a delle penitenze che il malcapitato, suo malgrado, sceglie. Ad occhi chiusi tocca le dita della mano di un compagno, scegliendone uno: le cinque dita della mano corrispondono appunto a dire, fare, baciare, lettera, testamento. Ricordate? "Dire": dire qualche cosa, "Fare": fare qualche cosa, "Baciare": baciare qualcuno, "Lettera": si scrive con il dito una lettera sulla schiena di chi paga il pegno, il quale deve decifrare il messaggio. Dopodiché la lettera viene affrancata con una bella pacca sulla spalla e spedita con un calcio nel sedere! "Testamento": è in genere la penitenza più dolorosa, in quanto bisogna subire i dispetti dei compagni, in genere botte, per ben dieci volte. Il ragazzo che paga il pegno volge la schiena ai compagni che nel frattempo decidono dieci penitenze fisiche (calci, pugni, sberle, ma anche baci, carezze...). Uno di loro chiede: «Quanti ne vuoi di questi?» ed il "penitente" risponde un numero da uno a dieci, senza sapere di cosa si tratti. Quale occasione anche in Politica - chissà se si coglie l'ironia... - per ricordare che in fondo la stessa attività politica è nata per evitare conflitti fisici violenti, incamerando dispute e discussioni in battaglie e guerre senza spargimento di sangue e non a caso c'è chi evoca per i politici-giocatori la "Teoria dei giochi" applicata ai comportamenti umani. Ciò rende tutto molto umano, nel bene e nel male e l'equilibrio sembra essere sempre un punto di equilibrio fra questi due opposti.