Ho molti amici letteralmente ipnotizzati dalla storica trasmissione televisiva "Chi l'ha visto?", che si è sempre occupata dal 1989 in poi di persone scomparse, spingendosi più con il passare degli anni verso importanti ed intricati casi di cronaca nera. Questa storia delle persone che spariscono crea sempre, oltre al dolore dei familiari, un alone di mistero che suscita curiosità. Ricordo il caso valdostano irrisolto della scomparsa nel 2003 della giovane Erika Ansermin ed in questi anni trascorsi le piste seguite sono state le più varie, ma senza esiti concreti. Credo che, per un genitore, questo sia un incubo. Ricordo a questo proposito un amico di famiglia, ormai scomparso, che ebbe il dolore di una figlia letteralmente sparita nel corso di un viaggio in India e la sua vita cambiò con ricerche disperatissime e senza risultati.
Fa paura un dato: ogni due minuti nell'Unione europea sparisce un bambino, otto milioni ogni anno nel mondo, 250mila in Europa, 5.389 nel 2015 in Italia. Molti, in Italia i due terzi circa, vengono ritrovati ma troppi spariscono per sempre. Ma nel tempo - con gamma che copre tutte le età - è crescente il numero di questi "fantasmi", tanto che in Italia opera l'"Ufficio del Commissario straordinario del Governo per le persone scomparse". Queste le ragioni che hanno portato il Ministero dell'Interno a dotarsi della struttura sin dal 2007: "Nel corso degli anni, assumendo dimensioni di ragguardevole portata, il fenomeno in parola ha finito col rappresentare una delle problematiche più scottanti e sentite, andando così ad incidere negativamente sulla stessa percezione di sicurezza". Il rapporto più recente conferma l'allerta: "Dall'analisi delle informazioni fornite dalla Direzione Centrale della Polizia Criminale del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, riferite al periodo 1° gennaio 1974 - 30 giugno 2018, si evince che le 9.950 denunce di scomparsa del primo semestre 2018 vanno ad aggiungersi alle 211.219 del 31 dicembre 2017, per un totale di 221.169. Nel primo semestre 2017 erano state di più: 10.858. Ne consegue che le persone scomparse in Italia ancora da rintracciare sono 55.949 (9.581 italiani e 46.368 stranieri). In particolare, alle 52.990 che si contavano il 31 dicembre 2017, se ne sono aggiunte 2.959 del primo semestre 2018, laddove, nel primo semestre del 2017, erano di più: 4.281. I maggiorenni ancora da rintracciare sono 14.199 (5.933 italiani e 8.266 stranieri) cui vanno aggiunti 1.505 scomparsi di età superiore ai 65 anni (1.263 italiani e 242 stranieri). I minorenni ancora da rintracciare sono 40.245 (2.385 italiani e 37.860 stranieri). Le persone da rintracciare di sesso maschile sono 43.157 (6.289 italiani e 36.868 stranieri), mentre quelle di sesso femminile 12.777, di cui 3.288 italiane (alla data del 31 dicembre 2017 erano 3.216) e 9.489 straniere (alla data del 31 dicembre 2017 erano 9.009). Si continua ad evidenziare che per quindici casi non è stato specificato il sesso nella denuncia (quattro di cittadinanza italiana ed undici ignota, di cui otto minorenni e sette maggiorenni). Le persone rintracciate nel primo semestre del 2018 sono 6.991 che vanno ad aggiungersi alle 158.229 del 31 dicembre 2017 raggiungendo il totale di 165.220 (il 70,2% per cento del totale). Gli italiani scomparsi all'estero sono 225, 39 minorenni, 158 maggiorenni e 28 over 65". Il dato storico della Valle d'Aosta situa in 48 gli scomparsi cercati e mai ritrovati e tre sono i cadaveri sinora non identificati. Anzi, è probabile che si scenda a due, dopo la soluzione di quello che "Adnkronos" definì: "Un giallo lungo sessantaquattro anni, risolto grazie ai social network". Lo ricordate? E' infatti grazie a un post pubblicato sui profili social della Polizia di Stato, che i resti di uno sciatore francese, scomparso nel 1954, sono stati identificati. Dice l'Agenzia: "L'attività di indagine tecnico-scientifica era iniziata tredici anni prima, il 22 luglio 2005, quando in località Cime Bianche della Valtournenche (Aosta), a quota 3.100 metri, il ghiacciaio restituì i resti umani (assieme ad indumenti ed accessori vari) appartenenti ad uno sciatore. Dopo le analisi di rito la ricerca si era più di recente estesa attraverso Facebook". Tale Emma Nassem così commentava il post della Polizia: "Qui contacter? Je connais sans doute cette personne. Qui, je crois connaître cette personne. Mon oncle décedé aves ses skis sur le Cervin en 1954 un jour de grosse tempête". E' poi grazie al "dna" di suo padre, Roger La Masne, che si è con certezza identificato il fratello, Henri Joseph Leonce La Masne, nato ad Alençon il 26 marzo 1919. Un caso risolto, che dimostra come anche dopo tanto tempo il mistero possa sciogliersi e trovare una parola "fine".