Da cittadino comune, avvezzo però a leggere provvedimenti di legge e curioso soprattutto di come funzionerà la loro applicazione, ho seguito con viva attenzione lo svilupparsi del cavallo di battaglia dei "pentastellati": il "Reddito di Cittadinanza" (abolito proprio ora in Finlandia). Benché largamente limitato nella sua applicazione così come venne prospettata in campagna elettorale, si tratta ancora di una misura corposa, che dovrebbe - ma il condizionale è d'obbligo perché noto un grande ottimismo sull'efficienza della macchina messa in piedi dal Governo - giungere guardacaso al traguardo prima delle elezioni europee a beneficio di una vasta platea di cittadini, specie al Sud. Anche se ho letto all'inizio delle macchinose discussioni sul tema che ben seimila nuclei familiari valdostani ne dovrebbero beneficiare, ho l'impressione - che immagino sarà suffragata quando questi soldi verranno infine erogati - che certe restrizioni manifestatesi nei provvedimenti normativi e negli occhiuti controlli - diminuiranno di molto la platea degli aventi diritto anche da noi.
Per altro sarà interessante vedere come saranno i controlli, visti i possibili giochini di residenza e persino di separazioni che possono agevolare chi vuole gabbare lo Stato. In più c'è chi con certe certificazioni "Isee" sfida la sorte ed il Codice penale. Mi sfuggono poi in Valle d'Aosta elementi fattuali: come si porranno gli aiuti regionali alla povertà già in essere con questa novità e cioè se e come resteranno in vigore. Non capisco come i "Centri dell'Impiego" che da noi sono in capo alla Regione si infileranno nel percorso previsto per ricerca del lavoro e formazione. I famosi "navigator" (ricopiati dalle politiche del lavoro del... Missisippi, USA) che, con contratti precari, dovranno pilotare i disoccupati verso un'occupazione chi li assumerà? Formazione che da noi è tema incandescente, perché - e non scarichiamo responsabilità solo su funzionari e sistemi informatici! - abbiamo perso e perderemo molti milioni del "Fondo sociale europeo - Fse", fondo comunitario dedicato al lavoro ed è purtroppo una storia deprimente di mancanza di idee e programmazione efficace. Seguo da tempo le trasmissioni di Radio Radicale (ho l'onore anche di essere nei loro preziosi archivi con diversi miei interventi pubblici registrati) e mi sta sul gozzo che il Governo Conte ne voglia la morte, malgrado il pluralismo dell'emittente e lo straordinario lavoro che fanno. In particolare sia in diretta che sui "podcast" seguo Michele Governatori e la sua trasmissione "Derrick", dedicata a temi energetici ed è utile un suo approccio sul "Reddito di Cittadinanza", che ne dimostra la fragilità e l'approssimazione: «Come abbiamo già detto, il "Reddito di Cittadinanza" ("RdC" da qui in poi) non è, ma è legato a condizioni di reddito, patrimonio e disponibilità ad accettare lavori o a formarsi. Concentriamoci proprio su alcune delle condizioni di accesso quella principale che un "Isee" (Indicatore della situazione economica equivalente) inferiore a 9.360 euro annui per il nucleo familiare. Come gli ascoltatori sanno l'Isee è un indice sintetico che tiene conto di aspetti reddituali e patrimoniali e di necessità di potere d' acquisto. Il decreto sul "RdC" pone però anche paletti specifici sul patrimonio e sulla proprietà di beni durevoli: per esempio qualsiasi auto stata acquistata da un familiare fa perdere il diritto per sei mesi, che diventano due anni per le cilindrate medio-alte. Questo accanimento sulla cilindrata anziché sulla potenza e le emissioni dei veicoli è davvero anacronistico. Sempre incompatibile è poi la proprietà di un'imbarcazione da diporto e questo deriva forse dalla celebre promessa di Di Maio di non permettere l'uso a fini voluttuari. Promessa che se mantenuta davvero implicherebbe, temiamo, l'instaurazione di una dittatura di polizia. Sui limiti al reddito si inserisce uno strano collegamento tra "RdC" e le bollette di luce e gas, perché il decreto stabilisce che chi ha diritto al reddito di cittadinanza acquisisce anche il diritto al "bonus bollette" che è uno sconto già in essere e pagato nel sistema delle bollette e non dal fisco volto a combattere la cosiddetta "povertà energetica", che andrebbe identificata, secondo l'Unione Europea, anche con parametri specifici legati tra l'altro alla zona climatica, alla remotezza ed all'efficienza energetica dell'abitazione». Un tema interessante - segnalo - per chi abiti in zone montane, un tempo destinatarie di interventi specifici come la riduzione del prezzo del gasolio da riscaldamento. Ma prosegue Governatori: «In Italia, invece, si fa coincidere con un "Isee" inferiore ad un determinato livello che, attenzione, è più basso di quello previsto per le "RdC" e questa è una questione critica perché lega alle condizioni di accesso alle "RdC" la fruizione di un vantaggio che invece dovrebbe essere legato ad aspetti di vulnerabilità specifici del settore energia ed inoltre estende questo vantaggio a fasce di reddito prima escluse. Come dire che un pezzetto dei vantaggi introdotti dal "RdC" sarà pagato dalle bollette! Siamo quindi di fronte a un nuovo passo di fiscalizzazione dirigista delle bollette sempre più usate per finalità, in questo caso di Welfare, estranee al loro ambito». Insomma: molte ombre, che - senza fare l'uccello del malaugurio - diventeranno ancora maggiori perché, conoscendo le macchine burocratiche e quanto scricchiolino le strutture costruite in tutta fretta, immagino che il rischio di "caos all'italiana" sarà molto elevato.