Sia chiaro che non mi infilerò in dotte argomentazioni giuridiche, ma piegherò un'espressione del diritto ad altro uso, come per altro già avvenuto per la capacità nella vivezza della lingue di carpire e di riusare modi di dire estranei, sino ad un certo punto ad altre materie. Cito a questo proposito il «Simul stabunt vel simul cadent», vale a dire «Come insieme staranno così insieme cadranno». Vale a dire un'espressione usata, in diritto, per indicare i casi nei quali il venir meno di una situazione ha, per conseguenza, la fine contestuale di un'altra e viceversa. Questo vale anche nei ragionamenti sull'avvenire della Valle d'Aosta? Il tema è interessante e riguarda una serie concatenata di ragionamenti, che derivano dall'aria dei tempi e questo vuol dire saper valutare il clima politico in cui si è immersi.
Immaginiamo per un attimo che domani il Parlamento decidesse di rimangiarsi quello Statuto d'Autonomia speciale che nel 1948 e l'ordinamento valdostano, che comprende anche le norme precedenti del 1945 e i successivi decreti luogotenenziali e pure l'insieme delle norme di attuazione. In assenza di una garanzia internazionale, tipo Tirolo del Sud con l'Austria, i valdostani potrebbero protestare a lungo ma il rischio della solitudine esiste. Un tempo, ma il "caso catalano" mi ha depresso, pensavo che sul tema sarebbe stato possibile - nel nome della sussidiarietà e delle minoranze linguistiche - l'Europa avrebbe battuto un colpo e forse avremmo trovato una chance presso la Corte europea di Giustizia, magari dopo aver trovato chissà quale modalità nazionale per ricorrere alla Corte Costituzionale. Nel peggiore dei casi una soppressione dello Statuto attuale dove ci porterebbe? Gli ottimisti pensano ad una "retrocessione" a Regione a Statuto ordinario, che sarebbe una scelta psichedelica. I pessimisti ad un territorio in più della Regione Piemonte sotto il cappello dell'Area metropolitana di Torino, vale a dire la morte civile. A chi, fra i lettori, facesse spallucce, nella logica «in fondo cosa importa» farei notare che - a parte le ragioni ideali, sentimentali, razionali e altro ancora - ci sono ragioni pratiche ed una spicca fra tutte: laddove sulle Alpi non esiste una forma autonomistica vera siamo al deserto delle risorse e dei servizi, roba da brivido, e sono disponibile ad organizzare gite in diverse vallate per vedere la distanza abissale esistente. Questo non vuol dire magnificare l'esito complessivo della nostra Autonomia, ma basta massacrarci per colpa di chi - per sua incapacità, per non dire altro - ha creato quella situazione di crisi che, nel nero pece attuale, ci fa vedere solo un passato in bianco e nero e dimenticare i colori che invece ci sono stati! E veniamo alla premessa con la frasetta in latino. Tolta di mezzo la ridicola diceria che avremmo avuto l'Autonomia solo per evitare il separatismo filofrancese o l'indipendentismo, per non dire della baggianata di un intervento francese su Roma che mai ci fu, è del tutto evidente, invece, nell'agitarsi di quel periodo che va dalla Resistenza alla Costituente con le code conseguenti come ci fosse ab origine una logica pattizia dal punto di vista morale e politico più che giuridico in senso stretto. Che da Roma si possa cambiare idea, vista la fragilità - a fronte di forte maggioranze parlamentari in un clima centralista - delle votazioni rinforzate previste da una legge costituzionale quel è lo Statuto, sta nelle cose ed è una previsione che non si può affatto escludere. Un fatto certo è che una forte fragilità nel sistema deriverebbe dalla morte dell'area autonomista valdostana, qualora allo spezzettamento attuale - ma che riflette ancora, messi assieme i numeri, una notevole potenza di fuoco - si sostituisse una migrazione definitiva verso forze politiche nazionali, prescindendo dalla loro adesione più o meno forte o più o meno apparente agli ideali autonomisti. Sapendo sempre che questo funziona a condizione che ad Aosta e a Roma si dicano le stesse cose e non cose diverse. Ebbene se cadesse la particolarità politica allora il "cadent" riguarderebbe l'Autonomia. So che è una ben triste profezia, ma temo così fondata da far venire i brividi.