E' davvero un peccato che non ci siano in Valle dibattiti fra i candidati alle elezioni regionali sotto forma di trasmissioni tipo talk show e cioè con un contraddittorio serio fra le parti. Anzi, l'esistenza di una martellante produzione televisiva di questo genere sulle reti nazionali con i soli leader influenza molto gli elettori anche sul piano locale, falsando in qualche modo l'esito delle urne proprio per il vuoto pneumatico in Valle. Questo priva i cittadini-elettori di un punto di vista che sarebbe necessario in democrazia. Ciò non avviene neppure sui "social" per assenza di regole d'ingaggio e di spazi che consentano approfondimenti. E dunque per esprimere le proprie idee ed i propri progetti resta poca cosa. Fra questi qualche articolo sui giornali e sui siti, comizi sparuti con militanti e poco pubblico neutro, qualche inserzione a pagamento e poi la distribuzione, timida in tempi di "coronavirus", di materiale cartaceo con gazebo piazzati in alcuni punti.
Nel caso della lista "Vallée d'Aoste Unie", oltre a qualche manifestazione ed una raffica di comizi nell'ultima parte della campagna elettorale, ci sono la presenza sui "social" e un sito, dove si trova quel programma che, a grandi linee, ricalca quanto presentato in Tribunale all'atto di presentazione di lista e candidati. Vorrei proporre in questo diario la premessa politica, che credo indichi una direzione di marcia: "Le elezioni anticipate sono la conclusione di una Legislatura senza una maggioranza stabile e con problemi incancreniti per la scarsità di soluzioni proposte e un crescente dilettantismo in politica. Lo scenario profilatosi in questi mesi, con l'arrivo di una pandemia non ancora spenta, obbliga ad una riflessione su quanto non ha funzionato e l'emergenza sanitaria ha creato un quadro economico allarmante con gravi riflessi sociali. Il Governo Testolin, debole e litigioso con una maggioranza sempre senza i numeri, ha aggravato il quadro senza dare risposte pronte e efficaci, creando disagi e proteste da parte dei valdostani. L'Autonomia è stata esercitata senza coraggio e con troppe rinunce e ciò ha svilito le Istituzioni e la Politica, spesso sotto scacco di una burocrazia asfissiante. Bisogna riportare fiducia, serenità e benessere in una comunità preoccupata e ferita. Per questo MOUV' e Ensemble si sono messe assieme in un'operazione fatta di concretezza. Un presupposto essenziale è la stabilità nella maggioranza e per questo i candidati hanno firmato un patto che li impegna a garantire correttezza nei rapporti reciproci e fedeltà al progetto. E' necessario affrontare temi indifferibili nella chiave di una ricostruzione dell'area autonomista con un progetto che va al di là di questo attuale perimetro, valorizzando la soluzione dei problemi e non le posizioni ideologiche. Tuttavia resta evidente come l'appartenenza all'area autonomista resta il collante fatto di ideali e di valori e anche della capacità di dialogo. Senza una cultura autonomista forte stiamo assistendo ad un progressivo indebolimento dei capisaldi identitari senza i quali assisteremmo ad una progressiva normalizzazione con svilimento della nostra comunità. L'Autonomismo in confusione va rilanciato in una chiave forte di autogoverno responsabile e moralmente ineccepibile, senza mai abbandonare l'opzione federalista. I doveri in capo agli eletti sono importanti e sappiamo quanto sia difficile, anche in un programma, tenere conto delle variabili e delle emergenze, che possono essere affrontati solo da chi ha serietà e competenza". Seguono - e ci tornerò nei giorni a venire - diversi punti e alcune priorità. Capisco come oggi spicchi semmai la desolazione di una politica in crisi così come lo sono le Istituzioni rappresentative. Ma, alla fine, la democrazia non è una costruzione fine a sé stessa ma serve in concreto a risolvere problemi e a trovare soluzioni. Il resto sono chiacchiere.
Diario di un candidato
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