Aldo Moro, pensando immagino sia al destino della sua Democrazia Cristiana ma buon profeta rispetto al crollo dei partiti della cosiddetta Prima Repubblica, scrisse: «Un partito che non si rinnovi con le cose che cambiano, che non sappia collocare ed amalgamare nella sua esperienza il nuovo che si annuncia, il compito ogni giorno diverso, viene prima o poi travolto dagli avvenimenti, viene tagliato fuori dal ritmo veloce delle cose che non ha saputo capire ed alle quali non ha saputo corrispondere». Esattamente quel che sta capitando in Valle d'Aosta a un fenomeno politico e storico cui ho compartecipato, l'Union Valdôtaine. Lo dico con dispiacere, ma chi se n'è andato - e mi riferisco a chi è rimasto in area autonomista e non a chi è stato voltagabbana approdando dove gli è solo convenuto - lo ha fatto perché aveva visto crescere le ragioni che hanno portato ad una decadenza.
E non si vede una via d'uscita se si usano slogan come l'autolesionista "Les gens passent, l'Union reste", che si presta - nel caso del lungo elenco di chi se n'è andato (a parte i defunti, segnale funereo) - semmai a segnalare un'inquietante fuggi fuggi. Ma meglio occuparsi d'altro, perché bisognerà passare presto alla parte costruttiva, chiudendo con il passato. Avevo già detto che avrei declinato qualche parte del programma di "Vallée d'Aoste Unie". Oggi alcuni punti cardine, cui seguirà un secondo elenco. Mancherà qualcosa? Possibile, ma nel sito vdaunie.org esiste una versione aggiornata secondo le necessità.
Intanto un primo elenco: Azioni risolute per il rilancio dell'economia, volano del riparto fiscale e garanzia per l'occupazione, dando piena realizzazione alle possibilità offerte dalla norma statutaria sulla "zona franca" ed applicando le recenti norme in materia di manovrabilità fiscale per un Fisco più equo e adatto alle necessità locali. Tutti i settori produttivi concorrono ad un sistema sano ed efficace: un turismo trainante, un'agricoltura viva, un commercio efficace, un artigianato solido, un terziario competitivo, un terzo settore ed una cooperazione forti. Bisogna reagire alla grave crisi del settore industriale, sfruttando le aree pubbliche con l'attrazione di nuove attività. Una sanità pronta contro il rischio del ritorno del "coronavirus" e per rispondere ai bisogni di salute dei cittadini contro tagli e inefficienze con le assunzioni programmate di personale sanitario e "oss". Le politiche sanitarie devono valorizzare il territorio e rendere efficace il sistema ospedaliero in essere con il collegamento dei lavori previsti. I trasporti interni e verso l'esterno, efficienti e sostenibili, significano collegamenti veloci per evitare consentire mobilità e anche per evitare un isolamento della Valle, rilanciando la ferrovia e completando i lavori aeroportuali già finanziati. Una regione "green" significa anche prevedere nel parco automobilistico una valorizzazione della motorizzazione elettrica. Un'efficace interlocuzione con Roma e Bruxelles per riaffermare con decisione la legittimità e l'importanza dell'Autonomia speciale per una regione alpina. Gli uffici di Roma e Bruxelles vanno ripensati e ripresa la rete di collaborazione con le Regioni a Statuto speciale e le Province autonome, così come con le Regioni europee con forte Autonomia legislativa. Un federalismo interno che ridisegni il ruolo delle comunità locali e garantisca l'azione del mondo imprenditoriale e dell'associazionismo diffuso. La salvaguardia del welfare valdostano passa attraverso un federalismo solidale, che ponga cittadini e famiglie al centro di ogni progettualità. L'Autonomia significa norme di attuazione importanti, immaginando un "pacchetto" su molte materie, ma anche assunzione di responsabilità sulla legge elettorale che dia stabilità al sistema. I ritardi nell'emanazione di norme di attuazione già varate dalla Commissione paritetica ha raggiunto livelli allarmanti. Va nel frattempo avviato un lavoro serio per la riscrittura dello Statuto speciale con il meccanismo dell'intesa con lo Stato per rafforzare poteri e competenze nel quadro di un'Italia federale. La prossima Legislatura regionale deve avviare un lavoro serio, con tempi certo, per avere una nuova "Costituzione regionale" che affermi una logica pattizia per evitare colpi di mano centralisti. Il cambiamento climatico fragilizza il nostro territorio montano, che bisogna tutelare, sapendo reagire ad eventi imprevedibili. Anche se ci saranno misure forti di stampo globale, per raddrizzare l'attuale situazione ci vorranno anni e ci vuole una politica regionale che ragioni sui nuovi scenari. Una politica energetica intelligente con il caposaldo della "Cva", in vista del rinnovo delle concessioni idroelettriche, attraverso il mantenimento di una società pubblica. L'acqua è una risorsa preziosa non solo per l'idroelettrico, ma anche per la vita del nostro territorio e per alimentare un'acquedottistica efficiente. Il "Casino de la Vallée" di Saint-Vincent resta una risorsa importante ed il suo rilancio deve passare attraverso un proseguimento della politica di stabilizzazione della gestione pubblica in vista di una discussione che riguardi le miglior soluzioni per l'assetto futuro delle sale da gioco e della parte alberghiera. Non si può ormai prescindere da una sola holding, genere "Compagnie de la Vallée d'Aoste", che raggruppi gli impianti di risalita in un logica di efficienza ed economicità a tutela anche delle stazioni più piccole. I collegamenti intervallivi vanno inseriti in una politica complessiva sul futuro del turismo della neve. Scuola, formazione e cultura - rispettosi del particolarismo linguistico - sono un banco di prova dell'autogoverno e strumenti per essere competitivi. Dagli asili nido all'Università, ma anche nella logica della formazione permanente, bisogna necessariamente puntare a livelli di eccellenza. Nessuno deve essere dimenticato in una comunità coesa, attenta ad una politica demografica, al rispetto degli anziani, alla valorizzazione dei giovani e alla piena tutela e al rispetto dei disabili. L'invecchiamento della popolazione è un segno evidente della nostra società, ma la qualità dei servizi che la nostra società dedica agli anziani è insufficiente. Non si tratta solo di mettere ordine nel sistema delle microcomunità, garantendo posti a sufficienza e efficienza gestionale, ma di immaginare anche luoghi di incontro nei Comuni, in primis ad Aosta. A favore dei disabili necessitano interventi di assistenza sociale e sanitaria a domicilio a sostegno della persona disabile, così come misure per l'inserimento nel mondo del lavoro e a favore dei servizi educativi, sportivi, di tempo libero e sociali. Oltre a sistemi di trasporto efficaci, sono necessari centri socioriabilitativi ed educativi. In una società digitale bisogna avere connessione, contenuti e strumenti e impiegare ogni strumento efficace per la crescita. La piccola taglia della Valle si presta a sperimentazioni importanti anche a beneficio di un ripopolamento di Comuni ormai fragilizzati da fenomeni di spopolamento. Bisogna combattere con forza ogni infiltrazione mafiosa e garantire la sicurezza dei cittadini. Mai sottostimare le conseguenze gravissime derivanti dalla criminalità organizzata e dalla sua influenza su parti della politica che diventano complici di certo degrado. Lo sport, attraverso infrastrutture adatte e con finanziamenti significativi, è importante non solo per le pratiche agonistiche ma anche a tutela della salute dei cittadini. Le grandi manifestazioni sportive restano necessarie per la promozione della nostra regione. La Valle d'Aosta deve tornare ad essere in prima linea sulla politica della montagna in Italia come in Europa. Si tratta di una sua vocazione naturale da esprimere attraverso una nuova legge nazionale sulla montagna e con un'apposita direttiva comunitaria. Essenziale di cooperazione territoriale nell'ambito dell'euroregione "AlpMed" con le Regioni vicine e della macroregione alpina "Eusalp".
Diario di un candidato
- Parte 1
- Parte 2
- Parte 3
- Parte 4
- Parte 5
- Parte 6
- Parte 8
- Parte 9
- Parte 10
- Parte 10 bis