Prendere in giro le persone per il loro aspetto fisico è da mentecatti. Può capitare da bambini quando si può essere stupidini, ma da adulti chi lo fa dovrebbe farsi fare una visita psichiatrica o, forse, guardarsi allo specchio con i propri difetti. Anche in Valle c'è chi ha fatto questo esercizio di utilizzare il corpo altrui per ironia e persino sarcasmo, pensando di far divertire ed invece ha avvolto il suo bullismo di un greve squallore. Tempo perso per dire ai nemici di quanto sono brutti, manco fosse la strega cattiva dello «Specchio, specchio delle mie brame, chi è la più bella del reame?». Ci pensavo rispetto alla copertina dell'ultimo "Vanity Fair" dedicata a Vanessa Incontrada, che vediamo nuda in una posa comunque pudica a mostrare la propria meravigliosa robustezza neppure troppo botticelliana.
Ennesima puntata di una storia infinita con l'artista accusata di essere passata da taglie da modella a taglie forti, dopo non essere mai riuscita a tornare com'era prima della sua maternità. Molti per questo l'hanno in questi anni presa in giro stupidamente, quando immagino che la sua scelta di non mettersi drasticamente a dieta derivasse dal fatto naturale di essere contenta così ed in pace con sé stessa. Mi pare che la sua carriera sia proseguita, forse in modo diverso dalla bellona sfolgorante, con grande successo, come dimostrano i fatti, compresa la pubblicità di catene di negozi taglie forti. E' una donna molta bella e lo si vede anche dalla fotografia, fatta con evidenza in uno studio con le luci giuste, trucco e parrucco e anche con qualche aggiustamento in positivo rispetto all'originale, come oggi consentito da tecniche digitali. Per cui dire che si tratta di una sua versione al naturale è stato abbastanza risibile, ma si sa che ci può essere su tutto una spolverata di ipocrisia. Ha avuto ragione sul "Corriere della Sera" Costanza Rizzacasa d'Orsogna, che dice della famosa foto, che ne avrebbe voluta una sua, più realistica per rappresentare la grassezze: «Con le mie cosce grosse, i buchi della cellulite, i chili che hanno toccato anche quota 131» . Nulla a che fare con la bella attrice e perciò così commenta: «Incontrada, oggetto per anni di attacchi feroci, è stata coraggiosa a posare nuda, e guai a giudicarla, come purtroppo invece è stato fatto (del resto l'ha detto lei stessa, le donne vengono giudicate sempre). Ma il corpo di Vanessa Incontrada non è, come è stato definito, "rivoluzionario". Lo è solo per quelle riviste che da anni ci propinano la taglia 34 come modello di donna ideale. Incontrada non è "la nuova bellezza", è la bellezza standard». Resta, insomma, la sostanza di un mondo glamour, che ci obbliga a confrontarci con modelli impossibili da raggiungere. Ma bisogna essere onesti sul fatto che esista anche una versione buona e che riguarda non più obblighi opprimenti che nel tempo hanno preso di mira in particolare le donne, obbligate troppo spesso a piegarsi, ad una modellistica dettata da gusti maschili, ma semmai l'idea di stili di vita che comprendono non tanto i discutibili criteri di bellezza e bruttezza, quanto la propria salute fisica e mentale. Questo credo che sia un tema interessante e che prescinde da cattiverie e pettegolezzi, che riguarda la necessità di imparare sin da bambino delle regole alimentari, di avere comportamenti utili per sentirsi in forma, tenersi sotto controllo laddove possibile con la propria salute, invecchiare in un clima di serenità. A tutto questo - diciamo la verità - si fa finalmente più attenzione del passato, quando esisteva certo un vago salutismo, ma oggi abbiamo sinceramente svoltato e non conta l'aspetto fisico in sé, ma la sforzo che ciascuno di noi compie di mantenere una certa vigilanza su di noi e sul nostro corpo ("mens sana in corpore sano", lo dicevano già i latini). Certo anche qui, come i cafoni dell'aspetto fisico, ci sono quelli vittime di sé stessi che alimentano, anche nella logica del benessere, filoni di pensiero che fanno parte degli -ismi, cioè di quelle posizioni ideologiche che diventano persino settarie fra mille varianti al limite o oltre la razionalità.