Sono due anni che non abbiamo le tracce della prova scritta di italiano, che per me resterà per sempre «il tema». Diedi la maturità nel secolo scorso - era il 1978 - e all'epoca, in assenza di Internet le previsioni sui titoli erano nervosamente sul filo del telefono. Ovviamente si trattava di semplici boatos, basati su strani giri regolarmente improbabili, tipo «il cugino di un amico che lavora al Ministero è sicuro che uscirà...». Ovvio che, seguendo queste indiscrezioni sempre sbagliate, ci si dotava di qualche bigliettino celato nei vestiti, che avrebbe assicurato un risultato splendido splendente. Al momento dell'apertura delle buste - sarà capitato anche a voi - la delusione vera corrispondeva alle speranze decadute. Ma se quest'anno ci fossero stati i temi dove sarebbero andati a parare? Beh, ci provo e si tratta di un vacuo divertissement.
Facile, anzitutto, immaginare la pandemia in varie salse. Dall'impatto economico e sociale del contagio mondiale del virus alle su ricadute psicologiche e intimiste, senza dimenticare le prospettive delle nuove tecnologie che sono "esplose" assieme al confinamento, per non dire degli orizzonti del "lavoro agile". Ci potrebbe essere anche, come aggancio, qualche possibile elucubrazione storica di parallelo fra il secondo dopoguerra e la pandemia oppure qualcosa in chiave di integrazione europea che possa ruotare attorno al famoso "Piano di Resilienza" o persino al tema della vaccinazione e degli spazi etici del suo utilizzo o meno. Mi spingo sino al tema letterario della peste manzoniana ed i paralleli con le "fake news" d'ieri (gli untori!) e di oggi. Come non ricordare poi i settecento anni dall'anniversario dalla morte di Dante Alighieri, che ci lasciò il 14 settembre del 1321. Dante avrebbe avuto essere declinato in mille modi: come il maiale, del grande Alighieri non si butta via niente e gli spazi sfruttabili nella sua "Divina Commedia" sono rappresentazione eterna dell'animo umano. Ma fra gli anniversari letterari spicca anche anche quello della nascita di Leonardo Sciascia. Lo scrittore, giornalista, drammaturgo, politico ed intellettuale siciliano nacque infatti a Racalmuto, nell'agrigentino, l'8 gennaio 1921. Con lui si apre il vasto libro della criminalità organizzata, che è un filone purtroppo sempre fecondo. Certo la vicenda dei femminicidi e della condizione femminile in Italia restano un possibile filone e potrebbe anche esserlo i temi bioetici attorno alla morte assistita. Avrei visto bene per la storia i duecento anni dalla morte di Napoleone Bonaparte ed anche il fatto storico interno risalente al 1921 quando giunse a Roma il Milite Ignoto, un soldato italiano mai identificato e simbolo di tutti i nostri morti nella Prima guerra mondiale, tumulato al Vittoriano. Nella linea storico-scientifica, pensando ai privati che oggi conquistano lo spazio, avrebbe potuto essere uno spunto i sessant'anni dal primo uomo nello spazio, quando il 12 aprile 1961 l'astronauta russo Jurij Gagarin fu il primo essere umano a volare nello spazio. Ho buttato lì qualche pensiero, probabilmente bislacco, e sarei stato ampiamente sorpassato dalla realtà, visto che come dicevo all'inizio le previsioni sono sempre state smentite. E' stato un gioco e mi domando quanti spunti possa avere dimenticato e chiedo perdono.