San Bernardo nacque ad Aosta all'incirca mille anni fa da una famiglia nobile valdostana: sarebbe stato - ma è una fra le ipotesi - nipote del visconte Bosone da un lato, e di Ermengarda, sposa dell'ultimo re di Borgogna Rodolfo III, da un altro. La scelta che sta maturando di celebrarlo nel 2023 prende due piccioni con una fava, perché allora saranno anche i cento anni da quando il nostro Santo divenne patrono dei montanari e degli alpinisti per scelta di Pio X appunto nel 1923. Papa Ratti era un ottimo alpinista che ben conosceva le montagne valdostane e lo celebrò con consapevolezza. Queste celebrazioni dovranno vedere protagoniste le popolazioni valdostana, vallesana, savoiarda e piemontese (San Bernardo mori a Novara nel 1080). Certo l'Alta Savoia dovrà cogliere l'occasione per ammettere quel grossolano falso storico che lo voleva nato a Menthon sulle rive del lago di Annecy e forse non sarà facile. Ma, comunque sia, l'occasione sarà unica per aggregare territori che non solo sono confinanti, ma che hanno culture affini radicate nei millenni.
Domenico Agasso su "Famiglia Cristiana" così descrisse il nostro Bernardo: «Di lui è più ricordata tuttavia l'opera di rianimatore della vitalità europea in uno dei suoi punti più colpiti: il passo di Monte Giove (detto poi in suo onore Gran San Bernardo). E' l'importantissimo valico che consente il viaggio lineare da Londra alla Puglia, per merci, persone, idee. Dice una preghiera in suo onore: "Il miracolo di Monte Giove, o Bernardo, mostrò la tua santità. Qui tu hai distrutto un inferno e costruito un paradiso". Alla fine del IX secolo, forze arabe partite dalla loro base di La Garde-Freinet (Costa Azzurra) hanno occupato con altri valichi quello di Monte Giove e i villaggi dei due versanti. Qui si sono poi dedicati a rapimenti, sequestri, uccisioni, incendi di monasteri, chiese, paesetti. Ci sono poi signorotti locali, cristiani, che li assoldano volentieri per le loro contese; e non manca chi si spinge fino a imitarli nelle estorsioni. Questo è "l'inferno". E finisce dopo che nel 973 Guglielmo di Provenza distrugge la base araba di La Garde-Freinet, provocando il ritiro delle bande dai monti. Per l'alto valico (a 2.473 metri) riprendono i passaggi, con gravi disagi per ciò che è stato distrutto o bruciato. E qui arriva Bernardo. Che non porta subito il "paradiso". Anzi: il suo lavoro inizia nella prima metà dell'XI secolo con molte difficoltà e pochi mezzi. Ma con un'idea innovatrice: tagliare a metà la consueta tappa Saint-Rhémy (Valle d'Aosta) Bourg-Saint-Pierre (Vallese) e stabilire una tappa intermedia proprio sul valico. Intorno all'idea, per opera sua e dei continuatori, si sviluppa l'organizzazione. Invece di un semplice rifugio, i viaggiatori, i cavalli, le merci, troveranno accoglienza organizzata, servizio efficiente, sotto la direzione di una comunità monastica impiantata da lui, e cresciuta dopo di lui, con lo sviluppo di edifici e servizi dalle due parti del valico. A Bernardo si attribuisce anche la fondazione dell'ospizio sull'Alpe Graia (Piccolo San Bernardo), ma la cosa non è certa. E poi c'è l'altro Bernardo: il predicatore, non solo nella Vallée; anche nella zona di Pavia, ad esempio. E nel Novarese: in sintonia con la riforma della Chiesa, Bernardo si batte contro l'ignoranza e i cattivi costumi del clero, l'abbandono dei fedeli, il commercio delle cose spirituali. E' la parte meno nota della sua vita, ma è anche quella che impegna tutte le sue forze. Anzi: Bernardo muore appunto facendo questo lavoro, mentre si trova a Novara, la cui cattedrale custodirà poi le sue spoglie». Credo che al di là delle questioni religiose, l'occasione sia utile per riflettere, in chiave europea, attorno a quanto sia ormai anacronistico e persino pericoloso il concetto stesso di frontiera. Ha ragione lo scrittore mitteleuropeo Claudio Magris quando scrive: «Io penso che le frontiere vadano superate, ma anche mantenute assieme alla propria identità. Un modo corretto di viverle è sentirsi anche dall'altra parte». E' interessante rifletterci, personalmente mi sento con una mia identità ma anche dall'altra parte.