Attorno alla pandemia si è sviluppata anche una retorica melensa. Credo che ne abbiamo avuto tutti delle prove con aggettivi eccessivi, iperboli sconclusionate, sentimentalismi piagnoni. Lo scrivo perché penso che non ce ne fosse affatto bisogno. La crudezza degli eventi creava già da sola un clima di partecipazione umana e di naturale commozione per fatti mai visti fra di noi dalle generazioni viventi. Ora, anche se la pandemia non ci ha ancora abbandonato, possiamo, al rallentatore di una moviola, far scorrere certe immagini che rievocano le tribolazioni vissute. Credo che ne risulti un effetto consolatorio e positivo, pensando a quanti con impegno e determinazione hanno fatto parte della grande macchina costruita contro gli esiti della malattia. Sin dal manifestarsi della vicenda, attraverso una trasmissione radiofonica settimanale, raccolsi, dai microfoni di "Rai Vd'A" numerose testimonianze di persone di tutti i generi. Avevano una caratteristica comune, ovunque operassero: combattere il covid-19.
Malgrado molte difficoltà di ingranare di fronte ad un fenomeno che non aveva visto piani d'azione per contrastarlo, malgrado in molti casi dovessero essere già predisposti, si è mosso un mondo, specie nel volontariato, che ha conquistato i galloni sul campo. Ho visto solidarietà vera e impegno diffuso e questo non è stato banale, ma ha dimostrato una logica di fratellanza per nulla scontata. Per la Valle d'Aosta, in generale, non sono tempi facili, anche se non ci fosse stata la pandemia. La nostra reputazione come comunità è stata scossa da molte vicende, alcune fondate ed altre no, che hanno sviluppato autentico sconcerto in parte dell'opinione pubblica locale ed anche l'offuscamento di quel patrimonio di serietà che sempre è stato attribuito ai valdostani. Questa malattia, insomma, ha fatto vedere molte eccellenze. Ho sempre lodato l'efficienza e la perizia in tutti coloro che operano nel settore sanitario, ad esempio nei centri vaccinali e laddove si fanno i tamponi. Lo stesso è stato in ospedale o nelle squadre che si sono impegnate sul territorio. Certo, ogni cosa è perfettibile, ma credo che si possa dire che si è tenuto testa al peggio e si sono ricavate lezioni utili per il futuro. Il volontariato, specie quello che viene definito in Francia "bénévole", cioè quello che si presta a titolo realmente gratuito, è un elemento prezioso da valorizzare e da incrementare, perché in circostanze eccezionali è un supporto indispensabile per il settore pubblico. Ecco perché ce l'ho contro chi si organizza... contro. Mi riferisco ai protestatari che scendono in piazza (pochino ultimamente...) con discorsi che distorcono la realtà sui vaccini, riempiono di balle i "social", seguono percorsi complottisti, rendendo più difficile contrastare il virus. Questo è gravissimo e mi stupisco che persone che conosco abbiano preso questa strada e la perseguano, guardando me come nemico, perché mi limito a dire quanto vedo e quanto la scienza afferma. Tutto ciò disturba e molto, perché chi è settario non si sposta dalle proprie convinzioni.