Oggi si apre l'anno scolastico. Sarò a Cogne e ad Aosta. Sono due realtà scelte non a caso. Cogne è un Comune di montagna con una comunità solida e legata a profonde tradizioni proprie, che soffre, come avviene ormai nel resto della Valle, di un forte calo demografico. La presenza mira a ricordare che non bisogna deflettere e trovare modalità nuove non solo per una ripartenza delle nascite, ma per bloccare l'emorragia ancora presente nelle forme di spopolamento, specie per spostamento nel fondovalle, che si manifestano in altre zone con il rischio crescente di chiusura vera e propria delle scuole per assenza di alunni. Aosta è il "Cria", con l'istruzione per gli adulti, non solo migranti che scelgono di alfabetizzarsi, ma anche di valdostani più o meno giovani che desiderano completare cicli di studio. Sappiamo bene come esista una necessità di non fermarsi mai nel cammino del proprio miglioramento professionale e lo si vede nella scuola vera e propria e nel vasto campo della formazione.
Naturalmente quest'anno ha una presenza scomoda che aleggia. E' la pandemia che ha avversato la scuola nel recente passato con l'obbligo per un lungo periodo di un largo utilizzo della "didattica a distanza", che ha fatto il pari in altri settori con lo "smart working". Ma mentre quest'ultimo ha offerto interessanti spunti di riflessione su nuove modalità di lavoro agile, utile anche per rivivificare certe località a rischio spopolamento, la "dad" è stata un problema serio, perché non esiste un surrogato valido alla scuola in presenza. Sicuramente le tecnologie digitali dovranno sempre più penetrare nelle scuole come strumenti utili, ma mai si potrà sostituire la fisicità e prossimità che una comunità scolastica ha necessità di vivere nella logica dello stare insieme. La pandemia e la sua persistenza obbligano, però, a misure di sicurezza accresciute proprio per rimanere in classe. La necessità del "green pass" per tutte le professioni di chi opera nella scuola, in primis gli insegnanti, è un obbligo di legge per seri motivi di profilassi. Inutile attardarsi sull'importanza dei vaccini nella storia della medicina ed i successi raggiunti per malattie che hanno ancora colpito generazioni come la mia e e che sono state eradicate da vaste campagne vaccinali. Oggi purtroppo, mentre allora nessuno obiettava rispetto a questi presidi frutto della Scienza, oggi emergono confusi fenomeni protestatari, che anche da noi hanno adepti che fanno confusione e disinformazione. Anche nella scuola proseguiremo campagne di convincimento assieme a misure che colpiscono chi non si vaccina o non si sottopone a tamponi periodici. Non è una privazione di libertà, ma è buonsenso con l'aiuto del Diritto. In questo senso non tollereremo fenomeni di fuga dall'obbligo scolastico e dalle regole sanitarie obbligatorie. La scuola pubblica e quella paritaria sono e restano il caposaldo dell'Istruzione a tutela dei diritti di allievi e delle loro famiglie ed a questo ci atterremo. Mi auguro che chi non si è vaccinato nella scuola si vaccini e non si scelgano escamotage come la mutua o l'aspettativa per sfuggire alle norme. Sarebbe, sia chiaro, un modo furbesco e perseguibile di aggirare la legge in vigore. Un appello aggiungo ai genitori dei figli minorenni, dai dodici anni in su, affinché vaccinino i loro figli in una logica di generale serenità verso i rischi che i contagi non si fermino per l'agognata immunità di gregge. Un cenno finale ai ritardi per l'assegnazione delle cattedre, di cui mi assumo tutte le responsabilità, anche quelle non mie per ragioni che non sto qui a esplicitare. Posso solo dire che non capiterà più sia perché quest'anno ciò è avvenuta sia per concomitanze negative sia perché questa vicenda ci conferma una necessità. La scuola valdostana, con l'attuale legislazione in vigore, è rimasta a metà del guado: una scuola a direzione regionale legata, tuttavia, a scelte nazionali, come lo stato giuridico degli insegnanti. Bisogna per chiarezza spingere verso una maggior regionalizzazione, come avvenuto in Autonomie speciali come la Provincia di Trento. Un dossier aperto che deve diventare oggetto di confronti sereni e non ideologici. Intanto, in bocca al lupo a tutta la Scuola valdostana. Un grazie sentito a chi ogni giorno lavora a favore dei nostri giovani, che sono il futuro della Valle d'Aosta e un affettuoso abbraccio a loro che sappiano, anzitutto impegnandosi nello studio, costruire il loro avvenire.