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01 dic 2021

Le nicchie burocratiche

di Luciano Caveri

«Gli presentano il progetto per lo snellimento della burocrazia. Ringrazia vivamente. Deplora l'assenza del modulo H. Conclude che passerà il progetto, per un sollecito esame, all'ufficio competente, che sta creando». (Ennio Flaiano) Faccio una premessa per non essere equivocato. Nella mia esperienza politica ho conosciuto dipendenti delle Istituzioni pubbliche, posizionati a tutti i livelli, assolutamente straordinari e in contesti nazionali, europei ed evidentemente a casa mia, la Valle d'Aosta. L'inglese con eleganza li definisce "civil servant", in Italia si usa, specie quando ci hanno lasciato le penne per qualche orrore, il termine "servitore dello Stato", che poi - se declinato sulla democrazia locale - si dovrebbe usare il termine "Repubblica". Da noi, a differenza della Francia dove "République" si usa come il prezzemolo, la parola viene usata meno ed è un peccato.

Ho avuto ed ho ancora collaboratori preziosi che mi hanno affiancato e sostenuto, e poter avere un entourage capace ed efficiente consente di aver buoni risultati, perché politica ed amministrazione sono un gioco di squadra ed i solisti non vanno lontano. Tuttavia ne ho conosciuti e ne vedo ancora anche altri, che sono assai negativi. Si tratta dei "complicatori affari semplici", di chi appicca incendi per vedere quant'è bravo a spegnerli, di coloro che si arroccano sul «no» per partito preso o per non assumersi responsabilità, colui che evoca magistrature varie e i loro interventi per non fare le cose ed infine chi pensa di essere depositario della verità e non cerca soluzioni. Sono nicchie più o meno perniciose, a seconda delle responsabilità e delle conseguenze derivanti nel meccanismo banale della logica causa/effetto. Ci sono troppi Ponzio Pilato che scelgono di non scegliere o, all'opposto, scelgono la routine, il minimo sindacale, avendo come modello di vita il bradipo e la sua proverbiale lentezza, che salvaguarda le loro coronarie, ma non quelle di chi si trova di fronte a scelte non fatte ed a decisioni non prese o assunte in modo contraddittorio o con dosi omeopatiche. C'è anche - per restare orwellianamente agli animali, senza scomodare la favolistica - il camaleonte che cambia colore, usando il mimetismo per scomparire nel suo angolo ed sfuggire al lavoro o alla necessità di decidere dove andare quando le circostanze lo rendono necessario.
Attorno a certuni c'è un mondo che turbina e si affanna, ma questo non scuote certe paci olimpiche dei burocrati degni di fantozziana caricatura. Vivono per altro come specie protette, perché difficili da toccare e con protezioni garantistiche che sembrano spesso disegnate su di loro, come se dovessero essere tutelati i cattivi, cioè chi si comporta male, mentre chi fa il proprio dovere sembra meno meritorio di diritti. Un mondo alla rovescia in questi casi. Non vorrei che si pensasse che nel privato tutto risulti rose e fiori, perché anche li ci sono tante cose che non funzionano e ognuno penso abbia le proprie esperienze in proposito. Un caso in cui non è vero "Mal comune, mezzo gaudio!".