Nel presepe della mia infanzia c'era una bella stella cometa luminosa con altre lucine sparse sul muschio di bosco. Trovavo del tutto affascinante questa storia che ci fa guardare al cielo, che nella mia natività domestica era una carta blu con grosse stelle gialle. Ricordiamo assieme sull'argomento: la tradizione dice che i Magi furono guidati verso il luogo di nascita di Cristo da una stella cometa. Le poche indicazioni a disposizione sono quelle nel Vangelo di Matteo (2,1-12): «Dov'è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella, e siamo venuti per adorarlo. […] Udite le parole del re [Erode, n.d.r.], essi partirono. Ed ecco la stella, che avevano visto nel suo sorgere, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino».
Di chi parla Matteo è ben noto! Sono i re Magi, che io stesso ponevo con grande rispetto nel mio presepe: «Al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti poi in sogno di non tornare da Erode, per un'altra strada fecero ritorno al loro paese». Mimmo Muolo su "Avvenire" ricostruisce la storia di questi Magi: «Quasi cinquecento anni prima che l'apostolo scrivesse il suo Vangelo, ne parla anche lo storico greco Erodoto, che li descrive come una delle sei tribù dei Medi, un antico popolo iranico stanziato in gran parte dell'odierno Iran centrale ed occidentale, a sud del mar Caspio. Essi precisamente costituivano la casta sacerdotale ed erano perciò sacerdoti della religione mazdea (credevano nel Dio unico Ahura Mazda), il cui culto fu riformato nel VI secolo a.C. da Zarathustra. Coltivavano anche l'astronomia ed erano dediti all'interpretazione dei sogni, come attestano fonti storiche riguardanti, ad esempio, l'imperatore persiano Serse. In quanto astronomi è dunque plausibile che si siano messi in viaggio seguendo una "stella". Tra l'altro, nel loro credo si parla di un Messia o "Soccorritore", nato da una vergine e annunziato da una stella, destinato a salvare il mondo». L'intrico fra le religioni è sempre stupefacente con scambi arditi di divinità e con una continuità in molte festività. Persino i nomi dei Magi creano complicazioni, come ricorda Muolo: «Baldassarre sembrerebbe avere un'origine babilonese-caldea, Gaspare iranica, mentre Melchiorre una provenienza fenicia». Ma torniamo, sempre con Muolo, alla famosa stella cometa: «Nel Vangelo di Matteo si parla genericamente di una "stella". Quand'è che essa diviene una cometa, corpo celeste del tutto differente dalle stelle propriamente dette? Gli studiosi ritengono che la fonte in questo caso vada ricercata non negli Apocrifi (dove di cometa non si parla), ma nell'affresco di Giotto L'adorazione dei magi, dipinto dal grande artista nella Cappella degli Scrovegni a Padova, anche sulla spinta emotiva del passaggio della cometa di Halley, da lui vista nel 1301. Che cos'era dunque la stella dei magi? Gli studi più recenti, attestati anche da Benedetto XVI nel suo libro sull'infanzia di Gesù, portano a ritenere che si sia trattato di fenomeni celesti realmente avvenuti tra il 7 e il 4 a.C. (che sarebbe poi l'epoca dell'effettiva nascita di Gesù), come l'allineamento di alcuni pianeti (Giove e Saturno, soprattutto) nella costellazione dei Pesci, con un conseguente effetto ottico di straordinaria brillantezza». Io la cappella degli Scrovegni l'ho visitata e ne sono rimasto vivamente colpito per la ricchezza dei colori e l'insieme vivido di simboli. Se colpisce ancora noi, bombardati ogni giorno da immagini le più varie e suggestive, che cosa potesse rappresentare per chi fosse un suo contemporaneo. E certo è tutta colpa o meglio merito di Giotto se in cima alla capanna del vostro presepe campeggia una brillante cometa seguita da una lunga coda. Mi piace pensare che ognuno di noi nella vita debba seguire una stella cometa, anche se non so bene quale sia la mia.