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20 dic 2021

Lettera a Babbo Natale

di Luciano Caveri

Caro Babbo Natale, scrivo a te e non - come facevo da piccolo - a Gesù Bambino, perché mi sembrerebbe ormai irrispettoso. Anche se, con franchezza, quella scrittura infantile faceva parte di una certa educazione non da baciapile, ma nella normalità di un percorso cattolico che veniva da una famiglia cresciuta con certi insegnamenti. Per questo da ragazzino facevo io il presepe e mi pareva una bella cosa: solo da grande, però, ho avuto piena consapevolezza del suo significato universale. Per cui mi rivolgo a te, Babbo Natale, che non sei solo - come ogni tanto dice qualche Vescovo arrabbiato per la laicizzazione del Natale - un simpatico grassone un po' eretico, perché discendi da quel San Nicola (Patara di Licia, 15 marzo 270 - Myra, 6 dicembre 343), che oggi chiamiamo «di Bari», perché nel 1087 una spedizione navale partita dalla città di Bari verso Myra, divenuta nel frattempo musulmana, si impadronì delle spoglie del Santo, che nel 1089 vennero definitivamente poste nella cripta della Basilica eretta in suo onore. E' vero che poi sei stato sfruttato commercialmente, specie dalla "Coca-Cola", ma le tue origini "sante" ci sono e sono antiche.

Ma torniamo ai miei desideri! Fatto salvo il fatto che il 25 dicembre compio gli anni e necessito solo di una moral suasion su chi di dovere per un regalo congruo rispetto alla sommatoria degli eventi, mi permetto dì volare alto come la tua slitta tirata dalle renne, sempre che nel frattempo non ti sia motorizzato. La cosa più alta che oggi vedo, ma purtroppo non è il primo anno, è che la pandemia scompaia al più presto o che almeno, con un termine francese rassicurante, che sia raggiunto il plateau. Ciò significa che da qui in poi i dati che segnalano l'andamento di malattia e contagi decrescano per evitare il peggio del peggio, vale a dire quella "zona rossa" che pralinerebbe vita sociale ed economia. Non ci sarebbe nulla di peggio anche per una piccola Regione come la Valle d'Aosta e questo per la semplice ragione che si è già dato fondo a tutte le risorse finanziarie per i famosi "ristori". In più la sanità ormai da troppo tempo regge uno stress difficile da mantenere. Per chi non vuole vaccinarsi, caro Babbo Natale, suggerisco il carbone, neanche quello dolce! Poi, in salsa molto valdostana, un grosso regalo ci sarebbe. Si tratta della stabilità politica, e non per mantenere da parte mia un ruolo nell'Esecutivo, perché in politica su è tutti mobili in qualunque momento, quanto per un bene comune. Capisco tutte le ambizioni personali che in politica ci stanno, così come molti giri di giostra, tuttavia non mi pare proprio il momento di ricominciare con giochi e giochetti. Bene, per chi vuole farlo c'è persino di peggio del carbone... Con tanto affetto, Luciano

P.S.: Aggiungerei in nota un piccolo suggerimento a chi insiste, specie in età adulta e talvolta persino in presenza di bambini, a sostenere la totale assurdità secondo la quale Babbo Natale non esisterebbe. Trovo che questa scelta ci privi di un sogno, che sarà pure un'illusione seppur festosa, ma rispetto a certi incubi e dolori della vita quotidiana resta un balsamo che dà anche ai cuori più duri il necessario lenitivo. Sappiamo quanto ce ne sia bisogno.