«Ho imparato a conoscere i due unici rimedi contro il dolore, la tristezza, le paturnie e piaghe simili del cuore umano: essi sono la cioccolata e il tempo; per cioccolata intendo ogni specie di cibo o anche, nei casi meno gravi, non dolce. Voglio dire che quando ci si sente tristi e addolorati, eccetera, basta mangiare un po' di cioccolata o aspettare un po' di tempo perché tutto si metta "matematicamente" a bene». (Tommaso Landolfi) Sottoscrivo e mi compiaccio di come Pasqua sia ormai indissolubilmente legata alle uova di cioccolato, da noi schierate come soldatini di piombo in cucina, pronte al combattimento bonario che porta alla loro rottura e alla sorpresa! Ricordo che se da noi il simbolo per l'involucro di cioccolato è l'uovo, antico simbolo di fecondità, nella vicina Svizzera, ma l'origine è tedesca e diffusa pure negli Stati Uniti, è il coniglio, che se ne intende anche lui di fecondità, malgrado la proverbiale rapidità delle sue performance.
Certo è che l'uovo è segno evidente di che cosa sia la contaminazione culturale. Traggo ispirazione da alcune letture. L'albero del cacao, che pare sia un bene su cui ormai speculano gli investitori, cresce nelle zone tropicali dell'America Centrale, del Sud America Settentrionale, dell'Africa Occidentale e Centrale e del Sud Est Asiatico. Solo un fiore su cento diventa frutto e ho letto che il calo ormai da anni nelle produzioni per ragioni climatiche renderà sempre più raro e caro il frutto. La più antica piantagione di cacao risale al 600 d.C. ad opera delle popolazioni Maya che lo usavano sia come forma di pagamento che come unità di calcolo, oltreché che per una bevanda amarissima. Con la scoperta dell'America i semi di cacao arrivarono in Europa. Negli anni successivi alla bevanda venne aggiunto lo zucchero per togliere il tipico sapore amaro e comincia la sua diffusione tra l'aristocrazia spagnola. La bevanda veniva servita calda ed aromatizzata con vaniglia e cannella. Nel 1615 il cioccolato arriva in Francia e diventa di moda, da qui si diffonde in Belgio, Germania e Svizzera e successivamente in Austria ed Italia. Nel 1828 Coenraad Johannes Van Houten, un fabbricante olandese, inventa una macchina per la spremitura dei semi di cacao per estrarne il burro di cacao. Il risultato è una bevanda molto fluida e dal sapore gradevole. Il cioccolato al latte nasce nel 1875 ad opera dello svizzero Daniel Peter che aggiunge al cioccolato il latte condensato. Nel 1879 lo svizzero Rudolph Lindt inventa il cioccolato fondente grazie alla scoperta di un metodo detto "a concaggio" o raffinazione nelle conche. La sostanza si è evoluta e ne godiamo con la presunzione che le Alpi abbiano concorso al cambiamento. A chi per motivi salutistici vi "romperà" in queste ore (e voi, intanto, romperete le uova...) sappiate che sulla rivista "The Faseb Journal" è stato pubblicato uno studio del "Top institute food and nutrition and Wageningen University" nei Paesi Bassi, secondo cui il cioccolato fondente non solo è buono per il gusto, non solo ha proprietà benefiche, ma addirittura potrebbe avere qualità terapiche, perché avrebbe la capacità di supportare il ripristino della flessibilità delle arterie, evitando anche che i globuli bianchi si attacchino alle pareti dei vasi sanguigni. Ho trovato poi quest'area perla giustificativa: «Il cioccolato è uno degli alimenti con il più grande appeal sulla popolazione generale - commenta il dottor Sunil Kochhar - il succulento aroma, sapore e composizione del cioccolato hanno deliziato i sensi delle persone in molte parti del mondo per secoli e ne fanno un noto alimento conforto e ricompensa». Si è scoperto come l'assunzione di circa mezzo grammo al giorno di cioccolato fondente abbia ridotto i livelli di cortisolo - l'ormone dello stress - ed altri marcatori dell'ansia in trenta soggetti adulti di cui molti che, prima, dichiaravano di sentirsi sotto stress. Merito dei componenti attivi contenuti nel cacao. Ora posso dedicarmi con serenità d'animo alle uova pronte per l'uso, smentendo una volta per tutte che siano solo per i bambini!