Ci sono emergenze che obbligano a riflettere anche in questo concitato periodo elettorale. Nell’autunno che ormai si profila si sarebbe dovuto fare a meno di elezioni e bisogna seguire l’evento pieno di sfide, ma senza distogliere lo sguardo da problemi gravi non risolvibili a colpi di slogan e men che mai con battutine sui Social. Per ora chi ha cominciato a mettere le mani avanti con la a sua rude franchezza è stato il Presidente francese Emanuel Macron nel suo ultimo discorso: “Je pense à notre peuple auquel il faudra de la force d’âme pour regarder en face le temps qui vient, résister aux incertitudes, parfois à la facilité et à l’adversité et, unis, accepter de payer le prix de notre liberté et de nos valeurs“. L’esempio più impressionante è la questione energia e gli aumenti folli. Mi hanno mandato questo articolo da qualenergia.it che - con grande dovizia di particolari - offre un quadro preoccupante è al quale bisognerà rispondere con una strategia nazionale ed europea. Cerco di farne una sintesi. Questo l’inizio: “Gli italiani sono correttamente informati sui prossimi ulteriori rincari dei prezzi dell’energia che troveranno in bolletta nell’ultimo trimestre 2022 e in avanti e su come potranno ridurne il peso? Presi dal rumore di fondo del teatrino della politica pre-elettorale, molti non sono informati o non hanno ancora compreso che gli aumenti dei prezzo del gas e, di conseguenza dell’energia elettrica, avranno un impatto notevolissimo sui consumatori domestici e sulle imprese già dal 1° ottobre. E i media non stanno certo evidenziando a sufficienza lo scenario che potremmo avere tra poco più di un mese e mezzo”. E così si prosegue: “Un impatto che di recente l’Autorità per l’energia ha stimato in un +100% rispetto all’attuale costo in bolletta se dovessero restare le quotazioni del gas dell’ultimo mese (media di circa 180 €/MWh, con picchi oltre i 200 euro). Siamo ormai a 2 euro a metro cubo! E oggi ogni famiglia per il gas spende il 70-80% in più di un anno fa (stima di circa 1700-1800 € all’anno per consumi tipo). In sintesi e questo spaventa: “Si tratta di prezzi pari a 10 volte quelli medi degli ultimi cinque anni”. Poi si precisa e vale anche per possibili interventi regionali: “Con questi prezzi pur in presenza dei previsti interventi da parte del Governo a riduzione di tali variazioni, non si potrebbero evitare variazioni dei costi che mai si sono verificate. Tali costi risulterebbero difficilmente sostenibili per tutti i consumatori, non solo domestici, con potenziali ripercussioni sulla tenuta dell’intera filiera”, ha avvertito Arera”. Già in Valle le diverse associazioni imprenditoriali hanno aggiunto la loro voce a sindacati e associazioni dei consumatori per segnalare emergenze attuali e ora di certo quelle di prospettiva. Infine: “Le motivazioni di questo rialzo sono diverse, a partire dalla guerra in Ucraina e non ultima la speculazione. Poi con la crisi delle forniture di metano dalla Russia c’è la corsa dei paesi europei, soprattutto nelle ultime settimane, a riempire le riserve per l’inverno, che ha fatto rialzare il prezzo del gas. In Italia attualmente (3 agosto) gli stoccaggi sono al 74%, comunque in calo sensibile rispetto agli anni scorsi”. La seconda parte dell’articolo riguarda l’elettrico: “Ma vediamo ora come è aumentato anche il prezzo dell’energia elettrica in Italia, influenzato fortemente dal peso del gas nel mix elettrico italiano. Il prezzo unico nazionale (PUN), che determina il prezzo del kWh che paghiamo in bolletta, in media negli scorsi anni non si discostava dai 60 euro/MWh, cioè 6 cent€/kWh (nel 2019 era di 52,32 € e nel 2020 di 38,92 €). Ma nel 2021, soprattutto per i rialzi degli ultimi mesi dell’anno, è arrivato a 125,46 euro/MWh (media annuale PUN). Oggi a inizio agosto la media annuale del PUN è intorno ai 303 euro/MWh (+7 volte la media del 2020 e circa +2,5 volte del 2021), con picchi recenti di 538 €/MWh (4 agosto) e una media di 491 euro per il mese di agosto”. Si aggiunge ancora: “In Italia il PUN è tra i più elevati dei paesi dell’Europa occidentale, anche a causa di un ritardo quasi decennale nelle strategie energetiche per la diffusione di rinnovabili, efficienza e risparmio. Mentre diverse PMI stanno soffrendo per i rincari già evidenti da oltre una decina di mesi, molte famiglie (e anche enti locali) non hanno ancora l’esatta percezione degli aumenti attuali e futuri, né di come affrontarli. Nonostante siamo di fronte ad una domanda relativamente rigida, immaginiamo, solo per ipotesi, quale poteva essere la reazione dei consumatori se la benzina avesse toccato un prezzo alla pompa di 10-12 euro al litro. Invece, interpretare le bollette che ci arrivano bimestralmente a casa è roba da esperti. E il fatto che per gas e luce non abbiamo una sorta di distributore che ci indichi giornalmente il prezzo ci rende meno consapevoli e fa ritardare le nostre reazioni e comportamenti di consumo, nonché la pressione che dovremmo far sentire alla politica e ai fornitori di energia per provare ad invertire almeno un po’ la pericolosa rotta che stiamo percorrendo”. Parole assolutamente condivisibili.