Capita di trovare articoli di notevole arguzia e l’autore in questo caso è una garanzia: il multiforme e provocatore Giuliano Ferrara. Basta scorrere la sua biografia, sempre a cavallo far politica e giornalista, per scoprire quanto gli piaccia stupire e stare sul palcoscenico. Per cui, anche nel caso che citerò, facendo la tara su certi eccessi che lo caratterizzano, non si può non ammirare la capacità di essere ficcante e di interpretare alcuni pensieri che sono pure miei. Già l’incipit sul “suo” Il Foglio” è uno spasso: “Non voglio provocare, ma quanti danni ha fatto l’ambientalismo? Ha predicato nuova energia, scordandosi di salvaguardare le condizioni di produzione e lavoro legate a quella vecchia. Ha diffuso un sentimento del “tutto elettrico”, senza tenere conto di come l’elettricità si produce. Ha terrorizzato la gente sul nucleare civile, che certo fa una legittima paura, e ha lasciato scoperta una fonte di energia pulita invocata a colpi di pale eoliche, contestate però anche quelle, come le trivelle invise alla sinistra ecologista e alla destra opportunista che ora dovrà vedersela con l’autunno dell’energia. Ha diffuso il culto dell’armonia, della bellezza, della natura benigna sfidata dalle piogge acide, e ora che la civilizzazione deve a sua volta sfidare la natura, tempo di pandemia, flirta con le ideologie no vax”. Secondo capitolo secondo Ferrara: “Celebrando la pace arcobaleno, intrecciandosi con pacifismi di vario conio, ci ha reso esposti alla guerra plumbea, e alle sue peggiori conseguenze, frutto di mancata deterrenza. Ci ha detto di aspettarci una generica apocalisse, è arrivata la distruzione di un paese europeo indipendente, l’Ucraina, a mezzo di missili e carri armati che solo il produttivismo e il capitalismo globalizzato e la vecchia invisa alleanza occidentale sono in grado di contrastare con armi e fermezza diplomatica e politica. Ha messo mezza Europa in bicicletta, e ora nessuno giustamente vuole pedalare, serve gas, serve petrolio, le infami élite devono procurarlo e subito altrimenti chiudono le cartiere, la farmaceutica, la siderurgia, le industrie trainanti dell’esportazione, e diventiamo tutti più poveri, inoccupati, alle prese con le bollette aziendali e con quelle delle imprese in un colpo solo”. Poi, come funziona bene, questo riferimento che per me ha pure nomi e cognomi: “L’ambientalismo ztl, diffuso come un morbo ideologico nelle scuole a partire dai primissimi anni, bandiera delle profie col cerchietto e dei loffissimi prof. e maestri del pensiero dominante, è una componente decisiva delle nostre debolezze, un segnale e una concausa delle nostre fragilità, una lettura scema dell’economia e della politica, un sogno da poco e a poco prezzo spacciato per ogni dove ad altissimi costi umani, come le metanfetamine e il Fentanyl. Un incubo suadente dal quale tutti dovremmo risvegliarci guardando in volto la Medusa della realtà storica e politica, abbandonando le ciance e le chimere per rimettere all’onore del mondo il ferro e il fuoco e la tecnologia che hanno forgiato il meglio del moderno. La suggestione ambientalista, un cartello di idee false come la droga di Cali e Medellín, circolata massimamente attraverso la solita compiacenza dei media, ha invaso le coscienze e le ha disarmate, ha indotto quelle che Luigi Amicone chiamava le “passioni inutili”, ci ha mobilitati contro un’estate calda, di temperature elevate e prolungate, e asciutta, siccitosa, come se le stagioni fossero un nemico da combattere a colpi di condizionatore, e ci mobilita assurdamente contro gli eventi cosiddetti climatici, le inondazioni assassine, di cui abbiamo avuto abbondanza anche in passato, dovunque, gli incendi, che non sono così diffusi come si dice e non sono il prodotto di altro se non della bestialità incendiaria dell’uomo piromane, le deforestazioni che vanno di pari passo con la più grande riforestazione della storia umana, e il collasso dei mari e degli oceani, che sono in via di pulizia e miglioramento secondo tutti gli indici seri. I temporali sono diventati bombe d’acqua, e sono arrivate le bombe del vero nemico, che è sempre dentro la storia e fuori dalla natura rousseauiana idealizzata dell’uomo prima della civiltà. Bel capolavoro transumanista, l’ambientalismo”. Immagino lo scandalo dei predicatori punti sul vivo!