Sono fuori Valle per questo 25 aprile, ma è come se ci fossi:
Ci sono perché vengo da una famiglia antifascista;
Ci sono perché aborro fascismi vecchi e nuovi e anche le altre forme di totalitarismo;
Ci sono perché questa è una Festa che nasce da un momento di gioia e di Liberazione;
Ci sono perché ho avuto partigiani in casa (il più giovane, zio Mario, aveva 16 anni!) e ne ho conosciuti tanti e li ho ammirati;
Ci sono perché la Resistenza fu, laddove ci fu e ciò non avvenne in tutta Italia, un movimento con tante anime;
Ci sono perché la Resistenza ha significato “salire in montagna”, rifugio e culla di libertà per i partigiani;
Ci sono per affermare che nessuno può impadronirsi, come nulla fosse di valori democratici di tutti, usando solo le proprie bandiere;
Ci sono perché i miei figli sono stati educati ai valori e alle idee che li rendono persone libere;
Ci sono perché dal 25 aprile nasce il lievito che portò alla Costituzione e all’Autonomia della mia Valle anche grazie a chi veniva dal mondo autonomista e federalista in cui credo;
Ci sono perché odio chi infrange la libertà altrui e non può festeggiare questa data chi fa occhiolino ai russi invasori dell’Ucraina;
Ci sono perché da certe radici - compresa la “nostra” Dichiarazione di Chivasso - è nata l’odierna Unione Europea, baluardo della Pace in Europa;
Ci sono perché mio papà e mio zio Émile furono internati in Germania perché non aderirono alla Repubblica di Salò;
Ci sono perché mio papà aiutava durante la guerra a portare gli ebrei in fuga in Svizzera e poi, paradosso, si trovo alle porte di Auschwitz;
Ci sono perché mio nonno, Prefetto di carriera, venne cacciato dal Regime perché considerato non fedele dai fascisti;
Ci sono perché mio zio Ulrico fu capo partigiano di Giustizia e Libertà e mi raccontò tutto;
Ci sono perché il mio collega al Parlamento era il partigiano César Dujany, fieramente cattolico e autonomista;
Ci sono perché mia zia Eugénie venne sospesa dall’insegnamento non avendo portato i suoi allievi al funerale di un gerarca fascista;
Ci sono perché mio zio Séverin (erede in politica di Émile Chanoux), mio zio Antoine (morto purtroppo per un incidente il giorno della Liberazione di Aosta) e mia nonna Clémentine furono nella Jeune Vallée d’Aoste sin da subito;
Ci sono perché mia mamma adolescente, con le due sorelle ragazzine e i miei nonni, dovettero fuggire in campagna per evitare i bombardamenti;
Ci sono perché mi sono stufato di negazionismo e revisionismi delle stupidaggini pericolose dei nostalgici;
Ci sono perché “ora e sempre Resistenza” non giustifica un uso violento dei valori resistenziali di certi facinorosi.
Ci sono perché “Insieme a oppressione e sangue, volgarità e cattivo gusto, la caratteristica principale di una dittatura fascista è l’ignoranza, il disprezzo per la cultura, l’analfabetismo”(Oriana Fallaci)
Ci sono infine perché sono contro qualunque dittatura: “ll suddito ideale del regime totalitario non è il nazista convinto o il comunista convinto, ma l’individuo per il quale la distinzione tra realtà e finzione, tra vero e falso, non esiste più” (Hannah Arendt)”.