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03 ago 2023

Il gioco di prestigio del Reddito di Cittadinanza

di Luciano Caveri

Pare che siano 71 le persone che in Valle d’Aosta hanno saputo, sciaguratamente dall’INPS via SMS della esclusione dal Reddito di Cittadinanza. Dico sciaguratamente non nel merito ma nel metodo. Già da mesi si sapeva di nuovi criteri di esclusione e dunque nessuno può dirsi stupito. Non è mia materia, ma sono convinto che un mondo del lavoro valdostano in generale bisognoso di trovare dipendenti è in grado di assorbire un numero così esiguo di persone. Ma di fronte alle grida di queste ore sulla violenza della scelta vale la pena di leggere un pezzo della rubrica quotidiana di Mattia Feltri su La Stampa: “In questi giorni si è rimarcata con qualche comprensibile enfasi l'opposizione della sinistra al reddito di cittadinanza, quando lo approvò nel '19 il governo di Lega e Cinque stelle, raffrontata all'opposizione della sinistra oggi, che il reddito di cittadinanza lo cancella il governo di destra. E in effetti fa un po' ridere perché, come ha scritto Pierluigi Battista, sono tempi in cui si cambia spesso idea, e anzi la si capovolge, senza sentirsi in debito di una spiegazione. È una tendenza vincente, bipartisan, e del resto se ne fa largo uso e nessuno se ne stupisce per davvero. A me però fanno più impressione i toni, di allora e di adesso. Allora, col reddito di cittadinanza, si stava virando in direzione dittatura (reddito di sudditanza, disse Nicola Zingaretti), i conti sarebbero collassati e il mondo sprofondato in un abisso di tenebra. Adesso, senza reddito di cittadinanza, si rapinano i poveri, si tifa per la mafia e in un abisso di tenebra il mondo sprofonderà”. Viviamo in un mondo privo di memoria e dunque non stupisce che quel che era Male diventi Bene con un gioco di prestigio.