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11 nov 2023

L’Europa per crescere

di Luciano Caveri

Nelle scorse ore si è ricordato un anniversario marcante la storia europea: 34 anni fa cadde il muro di Berlino. Un passaggio essenziale in vista del successivo allargamento dell’Unione europea ai Paesi dell’Est e del Centro Europa, prima prigionieri del comunismo sovietico. Un processo di progressivo inserimento nella casa comune che oggi vede in prospettiva l’arrivo di cinque Paesi balcanici, della Moldavia e della povera Ucraina e pure la Svizzera - nostra confinante - vede un nuovo movimento pro europeista. Lo stesso Regno Unito, tanto per essere chiari, si trova a fare una riflessione critica ormai maggioritaria sulla Brexit e i suoi esiti. Ecco perché ho voluto invitare ad Aosta una personalità della struttura amministrativa del Parlamento europeo, Lauro Panella, che guida il Servizio Ricerca del Parlamento europeo, per presentare all’Università della Valle d’Aosta uno studio molto interessante. Il titolo è suggestivo: ” Accrescere il valore aggiunto europeo in un'epoca di sfide globali. Mappatura del costo della non Europa (2022-2032)”. La sostanza è che una serie di azioni di ”più Europa” negli spazi di ”Non Europa”, che potrebbe portare - secondo lo studio - a ”ulteriori 2 800 miliardi di EUR, portando così il PIL reale totale a un valore di quasi 20000 miliardi di EUR nel 2032. Si tratta di una stima piuttosto ambiziosa ma ragionevole, in quanto si avrebbe un tasso medio annuo di crescita del PIL reale del 2,9 % nel periodo in questione”. Cito alcune misure possibili: Completamento del mercato unico delle merci: migliorare l'attuazione e l'applicazione, ridurre l'eccessiva complessità amministrativa, contrastare i requisiti nazionali superflui e affrontare le norme di etichettatura non armonizzate e altri ostacoli che ancora si frappongono al commercio a vari livelli. Completamento del mercato unico dei servizi continuare ad approfondire la fornitura transfrontaliera di servizi, ridurre le distorsioni indotte dalle preferenze nazionali, ampliarle armonizzazione, ridurre gli oneri amministrativi e contrastare gli ostacoli alla prestazione transfrontaliera di servizi e il persistere di requisiti eccessivi. Politica di tutela dei consumatori: fornire ai consumatori informazioni pertinenti sulle garanzie commerciali di durabilità e sugli aggiornamenti di software, vietare le pratiche relative all'obsolescenza precoce, affrontare la frammentazione delle norme sul credito al consumo e adattare le norme in materia di sicurezza dei prodotti alla luce delle nuove tecnologie. Spazio unico europeo dei trasporti:,sostenere il passaggio a modi di trasporto pubblico sostenibili, eliminare le strozzature infrastrutturali e il sottosviluppo che ostacolano la connettività verso tutte le regioni dell'UE e tra di esse, sviluppare la multimodalità, migliorare la sicurezza e l'affidabilità e costruire sistemi di trasporto orientati ai passeggeri. Protezione delle indicazioni geografiche per i prodotti non agricoli: istituire una protezione a livello dell'UE per le indicazioni geografiche di prodotti non agricoli e garantirne l'accessibilità, l'equità e la capacità di trasmettere la reputazione e generare fiducia. Naturalmente ci sono altre misure, come la trasformazione dei sistemi energetici dell'UE e la prevenzione degli impatti dei cambiamenti climatici, la trasformazione digitale. Mentre in materia economica si segnalano il coordinamento più efficace della politica di bilancio e sostenibilità delle finanze pubbliche, il completamento dell'unione bancaria, l’integrazione e la resilienza dei mercati finanziari. Vengono poi segnalate priorità da valorizzare come il programma Erasmus +, i diversi programmi di ricerca, la valorizzazione delle culture e la libertà nei media. Vengono segnalati terreni su cui lavorare, come la Sanità, la Farmaceutica, il Lavoro, la lotta alla Povertà, i Fondi strutturali e la Digitalizzazione. Ci sono poi i capitoli sulla Giustizia e i Diritti, la Parità, la Difesa comune. Si tratta ovviamente di una sintesi. Credo che a tutto ciò si debba aggiungere, a mio avviso, una Politica più europea, che sia però rispettosa della sussidiarietà e dunque dei diversi livelli di Governo, in cui le Regioni contino di più e non siano gli Stati a farla troppo da padroni a Bruxelles. Fondamentale e assai positiva - e lo studio la cita - la cooperazione transfrontaliera, che resta una chance essenziale per la Valle d’Aosta.