Vista, udito, tatto, gusto e olfatto: questi sono i cinque sensi, che sono uno straordinario insieme di strumenti a beneficio nostro, esseri umani.
Se giochiamo con le citazioni letterarie, che esaltano la nostra capacità di pensiero nel quadro del resto del mondo animale, si può fare così per ordine.
Vista: “Si vede bene solo con il cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi”. (Antoine de Saint-Exupéry)
Udito: ”La ragione per cui abbiamo due orecchie e una sola bocca è che dobbiamo ascoltare di più e parlare di meno”. (Zenone di Cizio)
Tatto: ”Il tatto è l’ultimo dei sensi ai quali sto attento. Eppure è il più diffuso, non sta in un organo solo come gli altri quattro, ma sparso in tutto il corpo. Mi guardai la mano, piccola e tozza e pure un poco ruvida. Chissà cosa avrà sentito nella sua. Non potevo chiedere, poteva essere per sbaglio una domanda d’amore”. (Erri De Luca)
Gusto: “Sento in me il trasalimento di qualcosa che si sposta, che vorrebbe salire, che si è disormeggiato da una grande profondità; non so cosa sia, ma sale, lentamente; avverto la resistenza e odo il rumore degli spazi percorsi… All’improvviso il ricordo è davanti a me. Il gusto era quello del pezzetto di madeleine che a Combray, la domenica mattina, quando andavo a darle il buongiorno in camera sua, zia Leonia mi offriva dopo averlo inzuppato nel suo infuso di tè o di tiglio”. (Marcel Proust)
Odorato: ”L’odore subito ti dice senza sbagli quel che ti serve di sapere; non ci sono parole, né notizie più precise di quelle che riceve il naso”. (Italo Calvino)
L’altro giorno mi sono trovato, con una rapida ricerca, di fronte ad un ragionamento di vedere quali altre abilità appartengano al nostro corpo.
Annoto equilibrio e accelerazioni che con l’apparato vestibolare, situato nell’orecchio interno, permettono al corpo di adattare postura e movimenti.
Vi è poi la temperatura, perché sulla pelle ci sono recettori sensibili al caldo e al freddo ed è davvero una prova quotidiana.
Esiste ancora la cosiddetta propriocezione, che è la capacità dell’organismo di “sentire” la sua posizione e di adattare di conseguenza la tensione dei muscoli e la posizione delle articolazioni.
Ahimè come non pensare al dolore, che è sensazione basilare, perché indica che qualcosa sta danneggiando i nostri tessuti e ci spinge ad allontanare la causa del danno..
Eccoci poi alla percezione del tempo. Esiste un orologio interno al corpo ci dice quando andare a dormire e quando svegliarci, ci fa avvertire la fame, modifica i nostri tempi di reazione e regola i movimenti dell’intestino.
C’è in più, con un termine complicato, la chemiopercezione e cioè la percezione degli stimoli chimici, attivata dagli ormoni. Esiste ancora la sete, che è un senso proprio che si avverte nel momento in cui l'idratazione del corpo diminuisce, quasi come fosse un meccanismo di compensazione naturale e questo vale anche per la fame.
Si può aggiungere la sinestesia, che secondo il Journal of Cognitive Neuroscience svela la capacità di certe persone di associare ad un’immagine un suono.
Qualcuno aggiunge infine il senso di sazietà, quello di nausea e di soffocamento.
Chissà se si può osservare altro o piuttosto togliere qualcosa…
Quel che è certo è che, con buona pace di chi sottolinea sempre e solo i difetti della umanità di cui facciamo parte, esistono in noi esseri umani degli elementi che consentono ai nostri sensi di aggiungersi a caratteristiche singolari e potenti. Penso a certe ricerche scientifiche che suggeriscono come elementi di unicità umana in una loro reale compiutezza: il linguaggio articolato, l’intenzionalità condivisa, la capacità di insegnare, il pensiero simbolico e astratto, il progresso culturale, l’autocoscienza.
Non sono cose di poco conto.