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01 set 2024

Il pericolo dei Social senza regole

di Luciano Caveri

Indubbio di come la nostra vita - ne scrivo sino a venirne a noia mia e vostra - sia influenzata dal mondo digitale, che somma a raffica novità che pesano sui nostri comportamenti e le nostre scelte. E più è debole culturalmente il soggetto cui si applica, come avvenne con il berlusconismo a colpi di Televisione, e più il potere di manipolazione colpisce duro. Non a caso sono spuntati i famosi influencer: alcuni sono interessanti, altri fanno ridere, alcuni fanno dei danni. Fatto è che la gloria può svanire il tempo di un mattino, come si è visto di recente in Italia.

Ma vediamo alcuni Social. In Brasile hanno vietato X, già Twitter e lo ha fatto la Corte Suprema, perché l’ineffabile Musk non blocca alcuni profili di estrema destra. In Francia hanno messo al gabbio il fondatore e gestore di Telegram per vicende intricate e anche per l’uso spregiudicato e malavitoso del suo Social.

Sulla sicurezza, anzi l’insicurezza, del cinese TikTok sappiamo già tutto e in francesi vieteranno ai funzionari e politici di usare Whatsapp per analoghe ragioni spionistiche. La stessa Europa ogni tanto batte un colpo, chiedendo il rispetto di regole e applicando o minacciando sanzioni. C’è da stupirsi? Non credo.

La storia è sempre la stessa e gli schieramenti idem. Da una parte - e io sono fra questi - c’è chi chiede pulizia nei contenuti e chiarezza sui personaggi. Cominciamo dalla frotta di anonimi, che si nascondono per scrivere qualunque cosa e, se ironizzi sul loro coraggio da conigli,polemizzano pure.

Questa è una circostanza a mio avviso inaccettabile: non firmare significa scrivere lettere anonime e mettersi il passamontagna per farla franca in caso di comportamenti fraudolenti. Sui contenuti due annotazioni: su X più volte ho denunciato eccessi, volgarità o diffamazioni con il meccanismo di controllo ed è caduto nel vuoto. Su alcune notizie - non so perché io sia stato scelto - sono talvolta chiamato a giudicare su testi e correzioni e lo faccio volentieri. Ma francamente mi sembra poca cosa.

L’altro schieramento è quello dei libertari, che brandendo la libertà di espressione digeriscono tutto. Segnalano come la prateria senza troppe regole è una scelta liberale o con un pizzico di afflato rivoluzionario e mi limito a posizioni che dovrebbero essere opposte e che, nel gioco delle parti, talvolta coincidono. Coprire tipacci, gruppi oscuri, traffici vari è un reato a sostegno di reati e far finta di niente per fare numeri dovrebbe essere non solo penalmente perseguibile con certezza., ma anche moralmente disdicevole. Però, come si sa, pecunia non olet e il Web non fa eccezione, anche se bisogna stare attenti a quando scoppiano le bolle!

Vi è poi il problema serio delle fake news cavalcati da troll o da prezzolati veri e propri. La Russia è molto in gamba in manipolazioni che finiscono per interferire persino con le elezioni con notizie farlocche studiate ad arte come contenuto e tempi per avvelenare i pozzi.

So bene che qualunque regolamentazione va presa con le pinze e bisogna pesarla e soppesarla, specie nella patria di Azzeccagarbugli. Penso ad alcune misure e persino sanzioni irrogate nel nome della Privacy, diventata una piovra che tutto copre.

O penso all’Intelligenza Artificiale, oggetto di un buon regolamento europeo e l’Italia vorrebbe fare una sua legge con restrizioni castranti e per nulla utili. Come Regioni lo abbiamo sottolineato, perché se il terreno applicativo di questa novità diventerà incerto questo significherà i soliti ritardi della pubblica amministrazione nello sfruttare tecnologie innovative.