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20 ott 2024

Mesi frenetici

di Luciano Caveri

Guardavo la mia agenda di questi quattro mesi - Settembre, Ottobre, Novembre e Dicembre - e pensavo come questo ultimo tratto di anno, per chi faccia quella strana cosa che è il politico/amministratore pubblico, sia il periodo più complicato. Il caso più evidente sono gli strumenti di programmazione da approvare e i bilanci futuri da definire, che servono anche per capire bene le cose fatte e i risultati ottenuti, oltreché quel che sarà.

Ma è anche il periodo in cui si concentrano molte attività e quest’anno è stato ricco di occasioni. Non faccio la vittima affaticata da chissà quale superlavoro, ma osservo come ci sia ancora un abisso rispetto a certe attività che fa anche un modesto assessore regionale e la percezione che alcuni cittadini continuano ad avere: vale a dire la politica come un dolce far niente.

Spiace che sia così e che continui ad esserci questo stigma, che è stato amplificato in questi anni dalle ondate barbariche di populisti e demagoghi, che solleticano i cattivi sentimenti popolari per i propri scopi.

L’immagine dorata del politico nullafacente, pieno di ingiusti privilegi, finisce per essere un marchio di fuoco, cui rassegnarsi, specie quando è senza distinzione.

Intendiamoci bene: se scorro il mio percorso politico mi ritengo, toccando ferro, una persona fortunata per le esperienze e le conoscenze che ho potuto fare. E per il privilegio di essermi occupato - e capita ancora oggi - di dossier interessanti e talvolta complicati e cercare di risolverli, spesso riuscendoci, è una soddisfazione che ti tiene all’erta.

Scorrevo, come dicevo, questi mesi che ho sotto i piedi e penso ad alcuni passaggi, cominciando a settembre dalla visita in Valle d’Aosta del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, con un discorso magistrale sulla nostra Valle e la sua autonomia. Le conoscenze contano e forse questa è una delle parti più nobili della politica, che è fatta anche dai rapporti che si instaurano e dalle persone che si conoscono Pochi giorni prima - per fare un altro esempio simile - la Fête des Alpes al Piccolo San Bernardo è stato un momento di confronto con due personalità francesi di grande interesse, il Presidente del Département de la Savoie, Hervé Gaymard, e di chi, poche ore dopo sarebbe diventato Presidente della Région d'Auvergne-Rhône-Alpes, Fabrice Pannekoucke, altra amicizia preziosa.

Ottobre è stato il ritorno in pieno della Valle d’Aosta nel Sommet de la Francophonie di Parigi, una straordinaria e unica occasione per la piccola Valle d’Aosta di contatti e legami resi possibili da quella peculiarità della lingua francese, che apre un mondo che altri non possono coltivare. Ma questo stesso mese è stata la settimana delle Regioni a Bruxelles, altra chance importante, che ha coinciso con la buona notizia di un saggio stabile per la Valle d’Aosta al Comitato delle Regioni e una rete di incontri su temi stimolanti. Ora arriva il grande Festival delle Regioni a Bari, cui daremo un contributo di idee, e seguiranno - guardando l’agenda - un convegno sulla sussidiarietà a Varsavia e utili riunioni per la cooperazione transfrontaliera con francesi a La Rosière e svizzeri a Briga.

Spunta poi in agenda per Novembre la macroregione alpina in Slovenia, un’assise utile sulla fibra ottica ad Aosta, una udienza da Papa Francesco a Roma nel nome di San Bernardo, una riunione a Bard sui transiti alpini con gli ex parlamentari Piemonte-Valle d’Aosta, i Comitati di sorveglianza dei fondi comunitari.

Dicembre sarà una discesa verso il Natale con il celebre Grand Continent che farà di Saint-Vincent una sorta di capitale europea per due giorni e poi ci saranno le lunghe sedute del Consiglio Valle sul Bilancio e il bilancio annuale della Giunta in odore di fine Legislatura. Una cavalcata piena di cose, che sostanzia il perché la politica non sia una cosa cattiva in sé, come da vulgata di cui ho detto e le attività non manchino mai.

Quel che conta è affrontare i temi, scoprire le novità, conoscere persone nuove e pensare che tutto questo possa essere utile per la Valle d’Aosta, prima che la buriana elettorale con le Regionali del 2025 - che creano un ambiente frizzantino - renda tutto più complesso. Ma la democrazia è anche questo e la tenzone elettorale un misto fra miseria e nobiltà.