blog di luciano

Tutto è pronto

studio_rai.jpgTutto ferve attorno al digitale terrestre. Sono mesi che vedo i tecnici di "Rai Way" impegnati nel montaggio delle apparecchiature in vista dello spegnimento dell'analogico e dell'accensione della nuova tecnologia e con il numero di ripetitori in Valle non è stato uno scherzo, ma l'ingegner Severino Zampaglione conosce la Valle come le sue tasche e ha energia contagiosa.
Un notevole impegno in un settore, quello televisivo, che dopo decenni di cambiamenti a passi di lumaca ora galoppa.
Quando ho iniziato a fare la televisione - più di trent'anni fa - c'erano ancora in giro le cineprese e le telecamere erano gigantesche, i montaggi erano strumentazioni monumentali, avevamo grandi microfoni e le titolatrici erano rudimentali.
Oggi tutto è più piccolo, più facile da usare e meno costoso. Per cui è bene cavalcare la rivoluzione digitale.

La pipa di Simenon

simenon_libro.jpgE' una biografia monumentale - 750 pagine! - quella che Pierre Assouline ha dedicato a Georges Simenon, di cui ho scoperto cose interessantissime, in chiaro e in scuro, essendone un ammiratore.
Ricordo, tra l'altro, quegli anni Settanta in cui uscirono, a cadenza rapidissima, i libri di Maigret che mio padre comprava, all'edicola della stazione di Verrès, e che io leggevo con avidità. Da telespettatore ricordo poi il grande Gino Cervi.
Simenon, come il suo alter ego Maigret (il libro racconta una bastonata che lo scrittore belga prese quando pensò di fare lui stesso il poliziotto), era anche lui un grande fumatore di pipa.
Avevo uno zio, Mario Caveri, chimico alla "Cogne", che era un grande fumatore di pipa, che mi pare essere una passione in via di estinzione.
Simenon, che caricava sei pipe quando scriveva come un matto, ne soffrirebbe.

Influenza A

parigi_aeroporto.jpgMi è capitato in questi giorni di sostare nei due aeroporti parigini di Roissy ed Orly con una va e vieni impressionante di persone da tutti i Continenti e ciò non stupisce, essendo Parigi la destinazione principe per il turismo mondiale
Ammetto, con questa "influenza A", una qual certa inquietudine da contagio, che noto anche in Valle.
La psicosi montante non è per nulla un fatto personale ma collettivo. Basta vedere l'aria di riprovazione o il progressivo fuggi fuggi di fronte ad uno starnuto ai gate di partenza o sull'aereo oppure leggere sul Web le paranoie degli assertori del solito complotto mondiale ordito dalle fameliche multinazionali dei prodotti farmaceutici.

Trasporto pubblico locale

savda_bus.jpgIl trasporto pubblico locale, con larga prevalenza del trasporto su gomma, è uno dei capitoli di spesa più cospicui del bilancio regionale. Derivando da un appalto pluriennale, esiste un'incomprimibilità che rende impossibili risparmi annui.
In verità colpisce molto l'opinione pubblica il fatto di veder transitare pullman e bus vuoti su alcune linee. Negli anni, in vista del nuovo "Piano di bacino di traffico" e degli appalti derivanti, sono stati fatti studi approfonditi da parte di una società competente e titolata (di recente defenestrata) proprio per definire forme di ottimizzazione sui diversi percorsi, specie quelli a bassa densità. Vedremo le applicazioni concrete, nella speranza che certe proposte - penso ai servizi a chiamata sostitutivi di molte corse deserte - non finiscano nel dimenticatoio.

Oceano

biarritz_oceano.jpgL'Oceano mi inquieta. Sarà che il mio mare di riferimento è il Mediterraneo, visto che - questa è una delle ragioni - i Caveri che ho rinvenuto (compreso quel Nicolò, cartografo amico di Cristoforo Colombo, che descrisse all'inizio del Cinquecento anche l'Oceano Atlantico nel suo planisfero) vanno dal piccolo borgo di Moneglia a Genova sino alla recente rivelazione di un Caverius fondatore del paesino di Caveirac nei pressi di Nîmes in Languedoc, vicino alla Camargue.
L'Atlantico, come lo vedo oggi da Biarritz, è una mare bellissimo ma meno sorridente e con colori ovviamente meno solari del mio riferimento, complici le lunghe estati sulla Riviera di Ponente. Quest'"altro mare" mi trasmette, per chissà quale meccanismo, un senso d'insicurezza che penso sia normale per tutto ciò che non è domestico.

Ciao, Mike

io_e_mike.jpgSono stato un telespettatore di "Rischiatutto" e ricordo, come in sogno, "Lascia o Raddoppia" e la primissima televisione, di cui ho visto più volte le repliche.
Nel 2007 Mike divenne "Ami du Val d'Aoste" per le sue lunghe frequentazioni al Breuil-Cervinia, culminate con l'imperdibile pubblicità sulla Gran Becca, con una grappa in mano, e lo slogan «Sempre più in alto!»
Raccontò lui stesso come, per un repentino cambio della meteo, restò alcune ore attaccato in sicurezza alla croce, aspettando che l'elicottero lo riportasse a Valle.
Il giorno in cui gli venne conferita la decorazione, Mike disse cose bellissime della Valle e anche durante la successiva cena mi raccontò aneddoti allegri («Allegria!») del suo amore per la nostra Regione.
Quel giorno era sinceramente emozionato e contento che i valdostani lo avessero onorato.

Dramma sul Bianco

elicottero_helops.jpgIl mondo elicotteristico valdostano è in lutto e con esso quel gruppo ristretto che da una trentina d'anni ruota attorno al soccorso in montagna e alla protezione civile. Dalla fase pionieristica ad una struttura ben funzionante: bisogna inchinarsi di fronte ai precursori e a chi ha continuato il cammino.
Un "Lama", piccolo elicottero dal grande motore, un "mulo" da montagna, da anni fuori produzione, ma smontato periodicamente sino all'ultimo bullone assicurandone l'efficienza, questa volta è incappato in un dramma aereo.
Sono vicino alle famiglie e all'"Helops", che hanno vissuto l'incidente e subito i lutti.
I nostri equipaggi sono un fiore all'occhiello per la Valle, autentici "angeli custodi" sulle nostre montagne.

7 Settembre

festa_vda_2009.jpgLa Festa della Valle d'Aosta ha alcuni, pochi nemici a destra come a sinistra.
I motivi sono nel solco bipartisan di uno sconcertante "embrassons - nous", fatto di slogan: l'identità valdostana è un'invenzione, i valori e le idee comuni una barzelletta, lo Statuto un vieto e immeritato privilegio, la classe politica tutta nello stesso sacco di cupidigia e/o stupidità.
Sia chiaro che a questi estremismi non bisogna rispondere distorcendo la realtà: il Popolo valdostano e la sua cultura mutano, le trasformazioni investono il patrimonio collettivo, i meccanismi democratici soffrono di una mancanza di confronto,  esiste un rischio di guardarsi l'ombelico, beandosene.
Ma una Festa, che è ancora piccina per il poco tempo dalla sua istituzione, ci voleva, e spero che i valdostani ne colgano le opportunità.

Carota e bastone

cassonetti.jpgSono curioso di capire, alla fine, dove andrà la politica dei rifiuti in Valle, sapendo che da noi come altrove questo è un problema non banalizzabile.
Archiviata apparentemente la termovalorizzazione dei rifiuti, si parla da mesi ormai di un trattamento a freddo che dovrebbe produrre anche del combustibile. La lettura incrociata delle varie fonti e le differenti prese di posizione portano a dire che anche in questo caso tante teste corrispondono a tante idee e talvolta, nell'usare la stessa espressione, si dicono nella pratica cose molto diverse.
Esiste un unico fattore unificante, che è importante ma non risolutivo da solo: la differenziata, la cui percentuale anche in Valle cresce.
Ma guardando nei cassonetti, soluzione di raccolta rozza per un sistema impegnativo e responsabilizzante, ci si accorge di come la disciplina per ora scricchioli e non a caso le migliori percentuali in Europa si ottengono con "carota e bastone"

Fantasmi della memoria

le_grenier_interno.jpgI fantasmi esistono. Non sono quelli dei manieri scozzesi. Sono, invece, quelli che materializziamo con il flusso dei nostri ricordi.
L'altra sera associavo questo pensiero ad un ristorante ("Le Grenier" di Saint-Vincent, ideato da Maurizio Bich molto tempo fa) che, malgrado i cambi di proprietà e di menù, ha mantenuto per me - per le tante serate passate negli anni - un genius loci. Esserci, seduto ad un tavolo, evoca molto più di una seduta spiritica!
Ogni tanto penso a ristoranti che non ci sono più, come il "Reale" di Bard, il celebre "Cavallo Bianco" di Aosta, il "Dora" di Pont-Saint-Marti, i locali di Sanson.
In realtà sono ben vivi nella memoria, legati come restano ad amori, amicizie, convivialità.

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