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04 dic 2020

Luce

di Luciano Caveri

«Vi era un bel sole: tutto era chiaro e trasparente, solo nel cuore degli uomini era buio». (Mario Rigoni Stern) Capita così di questi tempi in questo passaggio fra novembre e dicembre con un eccesso di bel tempo sulle Alpi con boschi colorati e senza neve sulle cime. Il buio nel cuore è evidente di questi tempi ed è naturale cercare qualche luce. Se uno pensa al Natale che incombe scopre quanto la luce emerga in simboli antichi. Le luci dell'albero e del Presepe, che ha pure la Stella cometa, la luminescenza del vischio, che piaceva ai celti. Le candele compaiono sulla tavola come decorazione e file di luci colorate e festoni sgargianti creano atmosfera. La stessa natalità, festeggiata da noi cristiani, evoca Gesù che «viene alla luce», che si contrappone al dramma del buio al momento della crocefissione.

Questo la dice lunga sul nostro desiderio antico di vincere le tenebre, così insidiose fin dalla... notte dei tempi. La paura del buio, che ci accompagna da bambini, è qualcosa di atavico e basta un abat-jour a tranquillizzare. Ricordo i miei amici svedesi che venivano a Champoluc: a casa loro le candele accese erano una tradizione da rispettare e non a caso, tornando alla nostra religione, si deve accendere in chiesa una candela per una persona cui si vuole bene o per il battesimo di un nuovo nato. La simbologia torna sulle torte di compleanno, quando le candeline ci ricordano i nostri anni e le fiammelle ci portano fortuna ed il loro spegnimento è il segno che la festa è finita. Tutto questo per dire di questo 2020, che si avvia alla fine e che non sarà rimpianto per quanto accumulatosi, cambiando in profondità la nostra vita e facendoci vivere nel dolore delle persone perdute e nella paura del contagio, oltre ai drammatici problemi economici e sociali. Questo Natale non sarà come gli altri: sarà intimo e pure spoglio, privo di quella socialità cui siamo abituati e con chiusure che non solo ci privano di certe gioie ma danneggiano i molti che sul periodo natalizio ci lavorano. Nel nome dello spirito del Natale e contro le tante sfortune mi piacerebbe - scusate l'ingenuità - che ci fossero più luci natalizie. So che molti Comuni lo stanno facendo ed a casa mia illumineremo un po' di più dentro e fuori. Sarebbe bello se contro la cupezza del momento e anche come espressione di un ricordo per qualcuno che abbiamo perso avessimo qualche luce in più per esorcizzare il presente. Senza scomodare cose più grandi di me come non evocare quel fiat lux, le parole della Bibbia (Genesi I, 3), che si riferiscono al primo atto compiuto da Dio subito dopo la creazione del cielo e della terra, quando ordinò che fosse fatta la luce, perché sopra la faccia dell'abisso c'erano ancora le tenebre: «dixitque Deus fiat lux et lux facta est», «e disse Dio: sia fatta la luce, e la luce fu fatta». Talvolta più semplicemente basta una via illuminata per darci un sorriso.