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23 feb 2023

Pronto a nuove sfide

di Luciano Caveri

Con l’approssimarsi del cambio di Giunta, di cui mi pare inopportuno parlare nel merito prima del voto in aula del Consiglio Valle, mi capita di rivedere – come al rallentatore – gli episodi salienti del mio cammino politico. E farlo serve, in pochi istanti, a rivivere momenti importanti della mia vita. Era il 1987, quando in modo del tutto inaspettato, mi ritrovai giovane deputato valdostano, cominciando un’avventura distante dai miei progetti, che erano tutti indirizzati al giornalismo radiotelevisivo. Mi buttai capofitto nel lavoro, cercando di capire i meccanismi complessi del lavoro parlamentare, avendo la possibilità interessante di vedere ancora la Prima Repubblica, la sua caduta e scenari nuovi della politica italiana, conoscendo bene i principali personaggi sulla scena, compresi i Presidenti della Repubblica che incontravano i due parlamentari valdostani con dignità di delegazione e lo stesso facevano i Presidenti del Consiglio che si succedettero. Da Segretario del Gruppo Misto, divenni poi – nel corso delle quattro Legislature – Presidente del Gruppo e Segretario di Presidenza. Avendo come base la Prima Commissione Affari Costituzionali, dove tutto transita per la costituzionalità, viaggiavo di Commissione in Commissione, a seconda della necessità per il lavoro da svolgere, cercando con interrogazioni e interpellanze e nelle discussioni principali di marcare il territorio.   Ricordo in più la Commissione d’inchiesta sulla condizione giovanile e quella sulla riforma dell’immunità parlamentare. Nelle Bicamerali, fu interessante l’attività in quella per le Riforme istituzionali e quella sulla riforma amministrativa Non sto qui ad elencare altro, perché per fortuna a parlare sono le schede parlamentari, che danno conto di quello che ho fatto con le rendicontazione sommarie e quelle stenografiche. Alcune leggi portano il mio nome o il mio contributo in tema di regionalismo e di minoranze linguistiche, così come su materie come la montagna (presiedetti il Comitato italiano per l’Anno internazionale delle Montagne) e la donazione degli organi con una normativa ancora oggi in vigore. Infine l’esperienza di Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio nel Governo D’Alema. Il Presidente Giuliano Amato che gli subentrò mi voleva Ministro delle Regioni, ma nel frattempo ero diventato parlamentare europeo e sarebbe stata una contemporaneità delle funzioni del tutto incompatibile. Al Parlamento europeo divenni, poco dopo, Presidente della Commissione Trasporti, Politiche regionali e Turismo e considero questa esperienza come il culmine della mia carriera politica. Comprendere i meccanismi della massima istituzione comunitaria non fu facile, ma mi diede grandi soddisfazioni. Poi la scelta di tornare in Valle con le elezioni del 2003: un grande risultato elettorale e divenni prima Assessore e poi Presidente più tardi a causa di camarille nell’UV, che poi abbandonai nella Legislatura successiva, dove divenni consigliere semplice con la gioia di poter restare in Europa al Comitato delle Regioni, dove divenni Presidente della delegazione italiana, facendo anche una serie di esperienze al Consiglio d’Europa. Tornai poi - senza incarichi elettivi per 7 anni - al mio lavoro in RAI, perché in politica si è liberi se si ha una propria professione Il ritorno alla politica è avvenuto con le scorse elezioni regionali con un posto da Assessore su materie significative e ora l’attesa per capire bene quale sarà il mio incarico, a partire da domani. Si discute spesso – e lo faccio anch’io – sulla necessità del ricambio generazionale. Credo che sia importante farlo, immaginando però che chi ha avuto la fortuna di vivere esperienze come le mie possa fare un passaggio di competenze con i giovani, perché l’esperienza conta e la famosa “rottamazione” di renziana memoria e il “nuovismo” grillino non hanno portato bene – per la loro rozzezza – alla politica italiana e pure valdostana. Comunque sia, sono intanto pronto a nuove sfide.