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17 apr 2009

Europee

di Luciano Caveri

Confesso che avrei voluto parlarne più avanti, perché ho imparato che i commenti veri devono essere quelli fatti quando le cose sono davvero cristallizzate. Tuttavia non parlarne apparirebbe come ridicolo, visto che mi sono espresso (ma molti hanno taciuto) nelle riunioni politiche e i miei commenti son rinvenibili sui giornali e sul web. "Turarsi il naso", vecchia espressione del rimpianto Indro Montanelli: l'ho adoperata in questa circostanza. In questa fase storica sono contrario a formule di accordo a destra o a sinistra, perché "ni droite ni gauche" in questa fase di aggregazione forte, anche se fittizia, sui due poli appare come una scelta ragionevole. La strada intrapresa va verso il PdL: addirittura qualcuno ipotizzava un unionista sotto il loro simbolo. Una circostanza improponibile, mentre l'apparentamento almeno - a narici chiuse - salvaguarda il simbolo "Vallée d'Aoste" e candidature autonome, anche se ovviamente un accordo resta e spero di capirne significati futuri e vantaggi immediati. Dieci anni fa, con i Democratici, l'apparentamento - quando gli spazi erano più larghi rispetto agli attuali due partiti dominanti lo scacchiere politico - fruttò un solido rapporto diretto con il leader Romano Prodi, senza interferenze di esponenti locali. Ora chissà. Aspettiamo appunto - e ci tornerò - di vedere l'esito finale.