Vincono i buoni o i cattivi, s'impongono gli intelligenti o gli stupidi, hanno più spazio gli onesti o i disonesti? Evitando le certezze del diritto e i principi evangelici e limitandoci - terra a terra - ad anni di favole raccontateci da bambini, di fumetti alla Tex Willer o alla Billy Bis dell'Intrepido, di film western o d'azione con eroi positivi e storie a lieto fine (magari con l'«arrivano i nostri»...) - ammessa la presunzione di appartenere all'aggettivazione 1 e non 2, che non può certo essere basata sulla sola autocertificazione - confesso che ogni tanto le mie granitiche convinzioni esistenziali e morali sono scosse dal più profondo in attesa, di volta in volta, dell'epilogo finale. Per fortuna c'è Totò. Ricordo tre sue battute. La prima: «Tutti i giorni lavoro, onestamente, per frodare la legge». La seconda:«Lei è un cretino, s'informi». La terza:«Caporali si nasce, non si diventa».