Sono, da ottobre dello scorso anno, attraverso un voto del Consiglio Valle, membro della Commissione Paritetica Stato - Regione Valle d'Aosta. Con me il professor Adolfo Angeletti ed il dottor Renato Barbagallo. Ho accettato la proposta per senso del dovere e astraendomi da certe miserie subìte, che mi avrebbero legittimato a salire sull'Aventino o meglio su un'alta vetta a respirare aria pura. Sono convinto, però, che dimostrare la propria disponibilità sia un bene a servizio della mia Valle, e certi torti sarà il tempo a ripararli. Per altro, conosco a fondo le materie delicatissime che finiranno all'esame della Commissione e dunque i rischi connessi all'attività, con assunzione di responsabilità, svolta in questo organo che è - ricordiamolo - di rango costituzionale. Tutto ciò in un clima niente affatto favorevole alle Autonomie speciali e chi dice il contrario è un bugiardo o è in malafede, perché gli esempi di attacco o incomprensione sono molteplici e siamo al limite della rottura.
La Commissione è prevista da una riforma costituzionale del 1993 e sono contento di dire che ho scritto di mio pugno la norma, che ritengo essere la più moderna di tutte le Autonomie speciali e con spazi d'azione assai rilevanti a vantaggio della nostra autonomia speciale. Recita, infatti, l'articolo 48 bis: "Il Governo è delegato ad emanare uno o più decreti legislativi recanti le disposizioni di attuazione del presente statuto e le disposizioni per armonizzare la legislazione nazionale con l’ordinamento della Regione Valle d'Aosta, tenendo conto delle particolari condizioni di autonomia attribuita alla regione. Gli schemi dei decreti legislativi sono elaborati da una commissione paritetica composta da sei membri nominati, rispettivamente, tre dal Governo e tre dal Consiglio regionale della Valle d’Aosta e sono sottoposti al parere del consiglio stesso". Non sto a tediarvi con spiegazioni giuridiche sul perché la Valle, che non prevedeva norme di attuazione nel suo Statuto, si sia ritrovata a dover avere questa Commissione a causa di una sentenza della Corte Costituzionale, la numero 76 del 1963, che mirava già all'epoca a ridurre la portata della nostra Autonomia speciale. Tant'è che fino a questo 48 bis le norme d'attuazione, dagli anni Settanta in poi, passavano attraverso procedure difficili e complesse. Ho seguito le norme d'attuazione prima e dopo la riforma costituzionale come Deputato e come Presidente e ritengo di aver avuto un ruolo nello sblocco di alcune questioni importanti nell'ambito del corpus di norme di attuazione che contribuiscono molto all'originalità dell'ordinamento valdostano. Ecco perché ritengo gravissimo il ritardo nella riunione istitutiva della Paritetica e questo ritardo è non solo un danno per la nostra Autonomia, ma un comportamento di disprezzo verso la Costituzione e l'Autonomia speciale. Anche un'eventuale riunione settembrina non consentirà di recuperare quasi un anno buttato alle ortiche, mentre il PdL affermava - con autorevoli esponenti anche nazionali - un grande impegno per la Valle anche e non a caso in occasione dell'alleanza per le Europee. Evidentemente qualcosa non ha funzionato e non solo nei risultati di quelle elezioni.