Mi ha molto divertito che la Fortuna, la dea bendata che sceglie a casaccio, abbia premiato, qualche giorno fa, lo storico "bar Giovanetto" a Verrès. La domenica, da bambino, sbirciavo questo bar prima della salita verso la chiesa: era un luogo cult della popolazione maschile del paese, simboleggiato dal monumentale biliardo e dagli habitués posizionati al bancone per «bere un colpo» con sigaretta d'ordinanza. Pare, da voci di paese, che a vincere possa essere stato un incallito giocatore, attirato dalla nuova trappola della "Sisal": la vincita che crea un mensile ventennale e consente, a caccia del premio, diverse giocate ogni giorno. Parlo di "trappola" scientemente. Lo Stato biscazziere, direttamente con i "Monopoli" o con la ristretta combriccola di privati operanti nel settore (l'Unione europea prima o poi, nel nome della concorrenza, metterà fine a certe camarille), attira il giocatore patologico (malato...) con una numerosità di giochi incredibile. Così cresce il numero delle persone dipendenti e compulsive. L'articolo 1 della Costituzione andrebbe così riscritto: "L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul gratta e vinci".