In Europa si prende molto sul serio la questione del cambiamento climatico in vista dell'appuntamento di dicembre, il vero post-Kyoto, con il summit di Copenaghen. I negoziatori dell'Unione europea lamentano uno stallo nella ricerca di un compromesso: un negoziato che è in corso da tempo e che dovrebbe consentire di avere un documento unitario. Se guardiamo la Valle d'Aosta sul mappamondo - esercizio che da piccoli divertiva molto i miei figli - ci rendiamo conto della minuscola, infinitesimale porzione di territorio del pianeta che noi rappresentiamo. Ma siamo in una zona alpina particolarmente delicata e se non si invertirà il processo di riscaldamento per le future generazioni saranno guai, specie per la carenza d'acqua se i ghiacciai sparissero e se il processo di degrado della montagna si accelerasse. Ecco perché tifo per il raggiungimento di un accordo innovativo e mi auguro che prosegua quell'opera di ricerca sul futuro climatico della Valle che avevo iniziato con uno studio serio e ponderoso di Luca Mercalli, dando - laddove possibile - il buon esempio, per piccolo che sia, con azioni concrete.