Quel che capita in Calabria - con gli scontri fra extracomunitari e popolazione locale - è segno dei tempi e mette assieme una serie di paradossi che è bene tenere sott'occhio. Una bomba sotto la Procura Generale a Reggio Calabria è stata il segno che la 'ndrangheta ha voluto dare allo Stato e l'occasione è stata utile per capire due cose: la malavita è e resta forte in Calabria e, secondo aspetto, la sua influenza si è estesa come una ragnatela in Italia e persino in certe zone di Paesi europei. Anche in questi giorni è stata purtroppo ri-citata la Valle d'Aosta. Così la situazione è che in quella zona della Calabria, dove di certo una parte della raccolta della frutta è in mano a "caporali" legati alla malavita, esploda la protesta di quei "clandestini" di colore che hanno fatto comodo per il loro lavoro irregolare e oggi, invece, danno fastidio e nasce dunque una contromanifestazione, anche se poi dovranno essere sostituiti da altra manodopera esterna se si vuole raccogliere la frutta. Una brutta storia ingarbugliata.