"Il carcere per chi, provocando una valanga, si rende responsabile della morte di altre persone. Ma anche cinquemila euro di ammenda per chi scia fuori pista o compie escursioni in montagna quando c'è una situazione di pericolo concreto indicata nei bollettini nivo-meteorologici. Il provvedimento, si apprende, è contenuto in un emendamento del governo, su proposta del Dipartimento della Protezione Civile, al decreto legge emergenze in discussione al Senato". Così recita il dispaccio "Ansa" che annuncia interventi governativi dopo l'ennesima caneficina di persone improvvidamente morte sotto le valanghe, malgrado l'allerta rosso dei bollettini che segnalavano i pericoli del "fuori pista". In queste ore, specie sul sito del Senato, ho cercato dei testi veri e propri - perché quel che conta non sono gli annunci a mezzo stampa, ma i riferimenti testuali - per capire quali siano gli esatti indirizzi della Protezione Civile, che oggi ha fra i suoi dirigenti anche un valdostano assai competente in materia come l'ingegner Silvano Meroi. Mi auguro che le norme vengano scritte bene e rispettando le competenze regionali di una Regione alpina come la nostra, che naturalmente non può occuparsi - e lo deve giustamente fare lo Stato - di materia penale. Di questa necessità avevo avevo parlato più di una volta in passato con il capo della Protezione Civile, oggi anche Sottosegretario di Stato, Guido Bertolaso.