Non si fermano per ora i processi di disaggregazione e aggregazione nella politica valdostana e l'ultimo nato - "Alpe" con Renouveau, VdA Vive e Verdi, una sorta di "Galletto 2" - non sarà di certo l'ultimo della nidiata. Prepariamoci a sorprese pre e post elezioni comunali con l'occhio rivolto sempre alla Regione e al movimentismo che sembra percorrere come un brivido la nostra Valle. Non credo, tuttavia, che ci sia da stupirsi che ciò avvenga: è frutto da una parte della sempre esistente singolarità dell'area autonomista e dei suoi rivolgimenti interni fra scelte d'alleanza e loro conseguenze, ed i soliti personalismi stretti fra richiesta di maggior partecipazione e crescente verticismo e dall'altra del riflesso locale della crisi continua della partitocrazia italiana che è da anni in progress. Non credo dunque che ci sarà da annoiarsi, ma andrebbe tenuto a mente il fatto che la democrazia piano piano si allontana se e quando la politica perde alcune regole fondamentali di discussione e di rispetto reciproco. Scriveva Charles de Gaulle: "La politique, quand elle est un art et un service, non point une exploitation, c'est une action pour un idéal à travers des réalités". E' questo il giusto equilibrio.