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01 mar 2010

Come un cammeo

di Luciano Caveri

Ho lavorato per anni sulle norme giuridiche e mi capita di farlo ancora. Come un garzone di bottega, mi sono formato alla scuola della Commissione Affari costituzionali della Camera, settimana dopo settimana per anni, a guardare decreti, disegni e proposte di legge, visto che tutti i provvedimenti passavano di lì per la costituzionalità (e non solo) ed io, come un soldatino, ci passavo ore. In quella Commissione o nelle altre Commissioni, presentavo emendamenti modificativi, quando necessario, a favore della Valle (e non solo) ed è un mestiere, che poi ho concretizzato in mie proposte di legge, e che ha - naturalmente secondo me - aspetti quasi artistici nella scelta delle soluzioni e poi nella scrittura. Capisco che mi prenderete per matto, ma ancora oggi trovo norme o leggine che ho scritto e sono contento, sentendole immagino come un poeta che ama un suo verso o un pittore che guarda un suo quadro, anche se a dimostrarlo sono solo i resoconti sommari o stenografici che fanno la radiografia del lavoro del parlamentare più di tante parole. Le norme costituzionali riguardanti la Valle, dalla fine degli anni Ottanta all'inizio degli anni Duemila, le conosco per ogni verbo o avverbio impiegato, virgole comprese, avendoci lavorato in lunghe sedute ristrette fino all'approdo dell'aula. Quando intervenivo su di un tema importante, mi sembrava straordinario potermi esprimere a nome della Valle e - l' ho già scritto - quando mi capitava di essere citato come "il valdostano Caveri" mi veniva da pensare «ben fatto». Ora certe conoscenze (know-how si dice),  rese ancora più singolari dal Parlamento europeo con il complesso procedimento della codecisione che non capisci se non lo hai vissuto, le esercito in Consiglio Valle e nella Commissione Paritetica Stato-Valle d'Aosta e ne sono contento. Durante una pausa, proprio della Paritetica, mi sono trovato in mano una bella edizione della Costituzione repubblicana e ritrovare all'articolo 116 quella dizione bilingue della Valle (Valle d'Aosta-Vallée d'Aoste), che scarabocchiai come emendamento su un foglio intestato della Camera, mi ha emozionato, come il profilo di un cammeo. D'altra parte, quando vive certi momenti non hai coscienza della loro irripetibilità, sapendo in più che, come ha scritto Anton Čechov: "La vita è teatro, ma non sono ammesse le prove".