Di recente una "cordata" di imprenditori ha acquisito un settimanale locale che era finito nella crisi di un grande gruppo editoriale. Evidentemente chi ha messo mano al portafoglio, provenendo in larga maggioranza da settori diversi o molto diversi da quello della carta stampata, crede nel futuro dell'editoria locale, apprezzando le potenzialità - dirette e indirette - dell'investimento.
Si tratta di una sfida interessante in un settore, quello dei giornali, in rapida evoluzione ed oggi predeterminare l'esito conclusivo del destino della stampa regionale non è per nulla agevole. I segnali infatti sono molto contrastanti: senza dubbio, infatti, quotidiani e settimanali nazionali soffrono per il rarefarsi del mercato pubblicitario e per la concorrenza micidiale della Rete, che offre con rapidità le notizie e, naturalmente, altri media fanno il loro lavoro. La radio ha dimostrato di sapersi modificare con duttilità, la televisione impera con la forza dell'immagine e le agenzie di stampa cercano di cavalcare l'onda in mezzo fra i propri clienti e il pubblico. Alcuni analisti prevedono che il giornale sia destinato ad una lettura elettronica, che obbligherà il prodotto ad un abbonamento sul Web che permetterà un aggiornamento continuo e ad un interazione conclusiva, più elevata, fra parola scritta ed immagine. Ma questo potrebbe non valere in ambito locale dove il settimanale potrebbe rispondere ad esigenze di nicchia e al prevalere di un'affezione verso il prodotto cartaceo, specie se capace di essere maneggevole ed assai gradevole nella sua grafica. Chissà quale sarà lo scenario definitivo. Personalmente non ho certezze, ma penso che la rivoluzione in corso porterà ad una rivoluzione digitale che dovrà includere anche l'editoria locale e che abbatterà progressivamente le barriere fra i diversi mezzi di comunicazioni di massa. La chiave di lettura saranno la rapidità, la completezza, la facilità d'uso e di consultazione, tenendo conto - come ha dimostrato il telefonino - che le innovazioni galoppano con grande rapidità. Che fine farà il mestiere di giornalista in questo contesto è difficile dire: inimmaginabile pensare che alla fine si possa fare a meno di chi cerchi le notizie con impegno e puntiglio, ma certo il mestiere diventerà sempre più pluridisciplinare, abbattendo certe diversità che ancora oggi attraversano la professione. Sarà il tempo a dare le risposte agli interrogativi più difficili.