La vita stupisce. Ho già avuto la gioia della paternità e di vedere crescere - e farsi ragazzini - i due neonati che ho visto nascere con emozione, assistendo ai parti come di prammatica per noi papà moderni. Una volta era una rarità e mio papà assistette ai parti dei suoi figli solo perché, come veterinario, era considerato un collega e, visto che gli piaceva scherzare, ricordo che una volta da bambino commentò con una persona che a curare i figli ci pensava lui perché eravamo due... asini. Ora, tra pochi mesi, avrò di nuovo questa gioia della nascita di un bimbo (maschietto, come si dice) e anche in questo caso, rispetto al passato, possiamo con gli ecografi di nuova generazione spiare l'"abitante", brillante definizione che un'amica ha dato di chi cresce nel ventre materno in attesa di avere un nome. Ogni volta, di fronte ad una nascita che verrà, ci si domanda se il mondo attuale sia il posto migliore dove accogliere il nascituro. Quando lo si percepisce come il frutto dell'amore, ogni dubbio è sbagliato. P.S.: saluto l'arrivo di Giulia e saluto con affetto mamma Elena e papà Angelo, che via sms - forza della tecnologia - mi ha annunciato nella notte il lieto evento!